A Santa Maria Maggiore il rosario guidato dal cardinale Pizzaballa

Fidarsi di Dio
per risollevare il cuore

 Fidarsi di Dio per risollevare il cuore  QUO-096
26 aprile 2025

di Roberto Paglialonga

Lo sguardo rivolto alla Salus Popoli Romani, il cuore sospeso nel ricordo commosso per Papa Francesco. I fedeli giunti da ogni parte del mondo per l’ultimo saluto al Pontefice hanno riempito il sagrato antistante la basilica di Santa Maria Maggiore anche nella sera di venerdì 25 aprile.

In mano le coroncine del rosario, sgranate all’unisono, i fedeli hanno recitato la preghiera mariana guidati dal cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme dei latini, giunto a Roma per partecipare alle Congregazioni generali in vista del Conclave.

Per la quinta sera consecutiva dal 21 aprile, giorno in cui il vescovo di Roma è tornato alla Casa del Padre, il popolo di Dio si è riunito qui per commemorare il Pontefice. E ancora una volta, l’icona mariana divenuta custode simbolica del pontificato di Jorge Mario Bergoglio, ha vegliato sugli oranti.

Di fronte al mistero del passaggio dal pellegrinaggio terreno alla vita eterna, lo smarrimento e la disperazione rischiano di prendere il sopravvento, come accadde ai discepoli che, dopo la morte e la resurrezione di Gesù, provarono a chiudersi in sé stessi, cercando di riprendere la loro vita quotidiana per non per non pensare agli eventi dolorosi che avevano vissuto. Ma invano. Così, «anche noi oggi — ha detto il cardinale Pizzaballa introducendo i Misteri dolorosi —, tentati di lasciarci sopraffare» dallo sconforto, «siamo invece chiamati a riscuoterci, a fidarci del Signore e della sua parola», perché questo significa mettersi alla sua sequela.

È vero, ha ammesso il porporato, «con la morte del nostro amato Santo Padre Francesco anche noi sperimentiamo la fatica del credere», tendendo a dimenticare la promessa fatta da Cristo. Per sconfiggere la paura e il pericolo del vuoto, allora, «desideriamo chiedere a Maria Santissima, Salus Populi Romani, di aiutarci a risollevare il nostro cuore e trasformare quest’ora di dolore in aurora di speranza». Proprio quella speranza alla quale Papa Francesco ha voluto dedicare l’Anno Santo in corso. Perciò, «Consolatrice degli afflitti, intercedi per noi», ha concluso la sua monizione il cardinale Pizzaballa, prima di iniziare la recita del Rosario.

Il soffio di quel rinnovato sentimento di fiducia invocato dal patriarca ha riscaldato gli animi di una piazza commossa. Un vivace gruppo di ragazze e ragazzi latinoamericani, provenienti da Bolivia, Venezuela e Colombia, ha riempito l’attesa cantando e ballando, mentre intorno il rumore delle automobili, il vociare dei passanti e il traffico metropolitano non davano tregua. In spalla avevano la sacca verde del Giubileo e sventolavano una grande bandiera con impresso il volto di Carlo Acutis, il giovane “evangelizzatore del web” la cui canonizzazione, prevista per domani, 27 aprile, è stata al momento sospesa. «Eravamo venuti per lui — hanno detto —, poi abbiamo deciso di rimanere comunque, col pensiero rivolto al Santo Padre».

Altri si sono raccolti in preghiera personale: chi per un parente malato, chi per la propria famiglia, chi per la pace, chi per i bambini sofferenti, chi per il proprio Paese, chi per poter avere una luce nella vita. Tutti uniti nel ricordo del “loro” Papa, che li ha incontrati per dodici anni in ogni angolo della terra, e che ora li ha radunati a Roma, davanti all’immagine della “sua” Vergine per l’ultimo abbraccio. Prima di lasciarli andare di nuovo nel mondo per dare testimonianza del «fatto nuovo» celebrato con la Pasqua.

La recita del rosario si è conclusa infine con il canto del Salve Regina, le litanie lauretane, la preghiera dell’affidamento alla Madre di Dio e il Regina Coeli.