Rosario del cardinale Reina a Santa Maria Maggiore

Dal dolore alla speranza

 Dal dolore alla speranza  QUO-094
24 aprile 2025

di Edoardo Giribaldi

I discepoli di Emmaus, figure smarrite nel crepuscolo della fede, diventano il volto della Chiesa in cammino, affaticata dal dolore e a tratti incapace di riconoscere il Risorto «nel momento della prova». Così il cardinale vicario di Roma, Baldassare Reina, ha descritto ieri sera, 23 aprile, la comunità ecclesiale raccolta in preghiera attorno a Papa Francesco, tornato alla Casa del Padre lunedì 21.

Nel silenzio carico di memoria che accompagna questi giorni, l’amore del popolo di Dio non si è spento, ma si è fatto gesto, voce, è divenuto rosario. Sul sagrato della basilica di Santa Maria Maggiore — dove il compianto Pontefice ha chiesto di essere sepolto — i fedeli si sono radunati, ancora una volta, davanti alla Salus Populi Romani, l’icona mariana tanto cara a Jorge Mario Bergoglio e che anche ieri sera vegliava sul momento di preghiera, accanto a un’immagine fotografica del Papa sorridente.

«L’esperienza pasquale», ha affermato Reina introducendo i Misteri gloriosi, «porta una risposta sempre nuova a chi si interroga sul senso del soffrire e del morire». Parole che sono divenute carezza per un popolo affaticato, un «cuore» collettivo certamente «provato», forse «spento», ma che ha lasciato filtrare la luce della fede che illumina.

La Salus, davanti alla quale il compianto Pontefice pregava prima e dopo ogni viaggio apostolico internazionale, è stata invocata con più forza che mai. Perché il «dolore» di questi giorni possa trasformarsi in «speranza». Perché — ha ricordato il cardinale vicario — «la vita», e non la «morte», «è l’ultima parola».

Nel corso della giornata di ieri e fino all’alba di stamani, una fila silenziosa e commossa ha attraversato la Porta Santa della basilica di San Pietro, come un pellegrinaggio dell’anima verso un ultimo, intimo saluto al Papa. Allo stesso modo, anche per i visitatori della Cappella Paolina, cuore di Santa Maria Maggiore, i passi si sono fatti più lenti, il silenzio più profondo. Qui, tra arte e memoria, i fedeli hanno pregato nel luogo dove Francesco riposerà. E hanno trasformato il vuoto in cammino, così come auspicato dal cardinale vicario di Roma. Così come ha insegnato, fino all’ultimo, Papa Francesco.