Il ricordo della visita a sorpresa, dieci anni fa, al Villaggio della Terra

Un Earth Day dedicato a Francesco

 Un Earth Day dedicato a Francesco  QUO-092
22 aprile 2025

di Pierluigi Sassi

Esattamente dieci anni fa Francesco si recava senza preavviso a Villa Borghese nonostante un’allerta meteo davvero preoccupante per la città di Roma. Una visita a sorpresa nel Villaggio per la Terra, allestito per la prima volta da Earth Day Italia e dal Movimento dei Focolari come celebrazione della Giornata Mondiale della Terra, che quell’anno il segretario generale delle Nazioni Unite aveva scelto come data ideale per la ratifica dello storico Accordo sul Clima di Parigi. Un accordo che — per inciso — senza la sua lettera enciclica Laudato si’ non si sarebbe certo mai raggiunto

Ma Francesco non era lì per celebrare un suo successo. Le tante organizzazioni che avevano marciato per lui iprima della ventunesima Conferenza mondiale per il Clima organizzata in Francia, si erano volute ritrovare insieme nel cuore verde dalla Città Eterna, per mettere in luce il tanto bene che a Roma si faceva per l’umanità ferita e per l’ambiente degradato. Correva l’anno di un Giubileo straordinario dedicato alla Misericordia, e di quella Roma, martoriata da mafia e corruzione, lui che ne era Vescovo aveva profonda compassione.

Ricorderò per sempre le risate fatte insieme sul palco per le sue e per le nostre battute. Il clima era quello allegro di quattro amici al bar, insomma proprio quello che piaceva a lui. Perché Francesco amava l’allegria che appartiene ai piccoli della terra, quella di chi sa accontentarsi, di chi sa godersi un amico.

E così accadde che per la prima volta un Papa entrava a Villa Borghese e andava in mezzo alla gente, e alla polvere del Galoppatoio, per celebrare l’Earth Day. E noi gli abbiamo raccontato delle nostre infinite battaglie: quella contro il cambiamento climatico naturalmente; ma anche quella contro il gioco d’azzardo; quella contro la paura dello straniero; quella contro l’emarginazione degli ultimi…Ogni realtà che avevamo chiamato a raccolta in quel primo Villaggio per la Terra raccontò del proprio lavoro con grande semplicità, come un figlio farebbe con il papà.

Francesco ascoltò tutti con incredibile attenzione, senza mai stancarsi, accompagnando sempre i nostri discorsi con sguardi teneri e pieni di complicità.

Quando toccò a lui parlare il cielo era scurissimo, ma non così il suo cuore evidentemente, perché scherzandoci sopra volle mettere da parte il discorso scritto e parlare a braccio…e un raggio di sole come per miracolo si fece largo tra le nubi illuminando il Suo volto. Il momento era talmente magico che se non ci fossero le immagini televisive a testimoniarlo penserei di aver romanzato il mio ricordo.

Le parole che pronunciò subito dopo portarono quel raggio di sole prodigioso nel cuore di tutti i presenti: «Voi mi avete mostrato tante realtà diverse…segno che avete accolto la diversità dell’altro per unirvi in questo Villaggio…certo tanta diversità crea confusione, ma questa è la confusione della Vita…in questo modo voi portate la Vita lì dove c’è il deserto…ed è bello questo lavoro che voi fate: il lavoro di trasformare deserti in foreste».

Un Papa capace di generare momenti e sentimenti come questi in migliaia di persone che hanno poi vissuto il cammino del Villaggio per la Terra, ci offre il senso più autentico di quella ecologia integrale alla quale l’Enciclica Laudato si’ ci ha introdotto. Un’ecologia nella quale è impossibile risolvere la questione ambientale separandola dall’attenzione verso gli ultimi. Nella quale una ricchezza costruita sulla miseria di miliardi di poveri è illegittima. Nella quale anche l’ultimo indigeno della foresta più remota merita l’attenzione e il rispetto che si deve al proprio fratello. Perché in questa “casa comune” che è la Terra, in questa “unica grande famiglia” che è l’umanità, il futuro che sapremo costruire sarà il destino di ognuno di noi. Ci può essere un’interpretazione più piena del ruolo di padre e di pontefice?

A dieci anni da quel giorno, proprio alla vigilia del 55mo Earth Day, Francesco ci ha lasciato. È forte la coincidenza di due date così vicine. Come è fortissima la coincidenza di due Giubilei che segnano un perfetto decennio. È come se l’esperienza del Villaggio per la Terra fosse stata abbracciata da questo Papa che con pochi semplici gesti, con poche semplici parole, ha saputo creare la piccola e allo stesso tempo grande esperienza di amicizia che il Villaggio per la Terra rappresenta.

Papa Francesco ha reso il nostro impegno, e quello di tanti cittadini di buona volontà, una grande missione. Ha reso la lotta al cambiamento climatico la buona battaglia di milioni di persone nel mondo. Ci ha mostrato la vocazione profonda che in fondo tutti abbiamo di fare amicizia, di imparare ad amare l’altro per «trasformare insieme deserti in foreste». E andandosene nel Lunedì dell’Angelo è come se avesse detto all’ormai vastissimo popolo del Villaggio per la Terra globale, che continuerà a custodire il nostro cammino in difesa del Creato e dei tanti uomini che l’assurda voracità di pochi rende sempre più fragili.