L’intervento dell’arcivescovo Caccia all’Onu

Cancellare o ridurre il debito per concentrare le risorse verso il benessere
delle popolazioni

 Cancellare o ridurre il debito  per concentrare le risorse  verso il benessere delle popolazioni   ...
10 aprile 2025

Il fatto che «molti Paesi in via di sviluppo spendano più risorse per il servizio del debito» che per l’investimento nei «bisogni fondamentali necessari» per il benessere della popolazione «non è solo un’ingiustizia economica, ma anche uno scandalo morale che richiede un’azione urgente». È questo l’appello dell’arcivescovo Gabriele Caccia, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, alla 58ª Sessione della Commissione sulla popolazione e lo sviluppo, sul tema “Garantire una vita sana e promuovere il benessere per tutti a tutte le età”, svoltasi ieri, 9 aprile, a New York. In questo anno giubilare, in cui Papa Francesco ha invitato gli Stati più ricchi a «condonare i debiti di Paesi che mai potrebbero ripagarli», l’arcivescovo Caccia ha evidenziato l’importanza «di un atto di solidarietà di questo genere». Esso darebbe lo «spazio fiscale per fare investimenti cruciali» nel settore sanitario e contribuirebbe a garantire «una vita sana e il benessere» per tutta la popolazione.

Nel suo intervento, l’osservatore permanente ha sottolineato la «seria preoccupazione» della Santa Sede per le disuguaglianze nel settore della sanità «che persistono tra i paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo». Ha ribadito che per rispondere a queste sfide non servono soluzioni «puramente tecniche» ma piuttosto «un’approccio olistico» che riconosce «la primazia della persona umana e della sua dignità donata da Dio in ogni fase della vita». Continuando su questa linea, il presule ha rimarcato l’importanza di «dare priorità a politiche che rafforzino e supportino le famiglie» essendo «la pietra angolare di una società sana e prospera». «La Santa Sede ribadisce che la promozione della salute e del benessere deve sempre iniziare con un impegno fermo a favore della dignità intrinseca di ogni persona, in ogni fase della vita, dalla concezione alla morte naturale», ha concluso.