La buona Notizia
Il Vangelo della Domenica delle Palme - Passione del Signore (Lc 22, 14 - 23, 56)

La violenza dell’ignoranza

 La violenza dell’ignoranza  QUO-080
08 aprile 2025

di Jonathan Safran Foer

«Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno»: questa esclamazione è un profondo atto di misericordia ma è anche più di questo. È anche una rivelazione di come l’ignoranza rende possibile la violenza. Dire «non sanno quello che fanno» significa affermare una teoria radicale della giustizia: che “non sapere” assolve o perlomeno mitiga la violenza. Tuttavia, non è una giustificazione morale; è una diagnosi. La violenza della folla, dei soldati, dell’apparato statale: essi non sono guidati dal male, bensì dal rituale, dal meccanismo dell’obbedienza. Pertanto, ciò che Gesù dice nel momento della sua massima sofferenza mette in mostra la terrificante facilità con cui, sotto l’illusione della necessità o della normatività, viene perpetrata l’atrocità.

Ciò che Gesù offre — «Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno» — non è il semplice perdono ma una critica delle condizioni nelle quali la violenza diventa invisibile per coloro che la compiono. La sua affermazione anticipa l’ossessione del xx secolo per la psicologia dell’esecutore, con Eichmann, con My Lai, con Abu Ghraib. È il proto-testo della crisi etica della modernità: il male non è sempre consapevole, bensì abituale, sistematico e anonimo.

La violenza, come stiamo imparando, può assumere molte forme, spesso sottili. Commettiamo violenza contro il pianeta (e contro il futuro) quando, a causa dell’illusione della necessità o di norme, non agiamo su ciò che sappiamo del cambiamento climatico. Commettiamo violenza gli uni verso gli altri (e verso noi stessi) quando, poiché ci siamo detti che questa non è niente di meno che l’acqua in cui nuotiamo, consegniamo il controllo del nostro senso di sé, le nostre relazioni e i mezzi di comunicazione alle tecnologie. Commettiamo violenza contro le nostre democrazie quando, poiché siamo stati incoraggiati da demagoghi affamati di potere, riteniamo che tutte le notizie siano ugualmente false, che la verità non esista.

Il perdono, qui, non è tanto superiorità morale quanto tragica consapevolezza. Il gesto che Gesù compie con queste parole non è soltanto generoso ma profondamente ironico. Gesù non perdona perché gli esecutori lo meritano ma perché la violenza più grande è la loro ignoranza.