
Dal Paradiso dai coraggio
ai pavidi che non ti hanno ascoltato
La fragilità della vita e il coraggio della speranza, l’errore che la persona può compiere e la forza della preghiera, la corsa per farla “finita”, ma anche quella per aggrapparsi e superare il male.
Giovedì Santo, il 17 aprile, Papa Francesco sei entrato nel carcere romano di Regina Coeli. Pur malfermo in salute, non hai voluto mancare a questo tuo appuntamento del Giovedì Santo con i carcerati. E lo hai fatto per ribadire che il carcere deve essere un luogo di costruzione e di riscatto.
Il modo della reclusione è stato nel tuo cuore. Il tuo farti prossimo anche con chi ha sbagliato, ti ha portato a compiere gesti storici, come quello di aprire una Porta Santa giubilare proprio all’interno di un carcere, quello di Rebibbia.
Non ti sei mai stancato di chiedere giustizia ed impegno per migliorare l’attuale situazione delle carceri in Italia e nel mondo.
Ora, dal Paradiso, potrai dare forza ai tanti pavidi che non hanno avuto il coraggio di ascoltarti.
Nelle carceri italiane rimane la lampada della misericordia che hai voluto e che hai benedetto per il Giubileo. C’è anche la croce che chiama alla riflessione come segno di speranza, luce che fa guardare avanti, verso una vita migliore.
Papa Francesco, sei entrato in ciascuno di noi. Continua a donare a tutti coloro che lavorano per la giustizia e dentro la detenzione semi di amore e speranza concreta.
S. C.