Sempre “in uscita”

di Marcelo Figueroa
Come ogni anno, dal 13 marzo 2013, l’associazione Casa Común coordina a Buenos Aires la commemorazione interreligiosa dell’inizio del pontificato di Papa Francesco. Secondo quanto riportato nel comunicato stampa di tale associazione — alla cui stesura chi scrive ha presenziato e collaborato — quest’anno la commemorazione ha avuto come centro la preghiera per la salute di Papa Bergoglio.
Un nutrito gruppo di rappresentanti delle tre religioni monoteistiche più importanti si è riunito, dunque, lo scorso giovedì 13 marzo nel monastero di Santa Catalina a Buenos Aires per un incontro di preghiera incentrato sul 12° anniversario del pontificato di Papa Francesco, al fine di pregare per la pace nel mondo e per la salute del Pontefice argentino, che è ancora ricoverato per problemi respiratori.
Voluta dalla Comunità di sant’Egidio, dalla Commissione per l’Ecumenismo e il dialogo interreligioso dell’arcidiocesi di Buenos Aires, dalla Confraternita argentina ebraico-cristiana, dall’Istituto per il Dialogo interreligioso, dalla ymca Argentina, dall’associazione civile Casa Común e dal movimento dei Focolari Cono Sud, la riunione si è svolta durante l’iniziativa di preghiera «Preghiamo per Francesco. Lui prega per noi», lanciata dalle organizzazioni religiose alla fine di febbraio e tuttora in corso.
Dopo il saluto di benvenuto di padre Gustavo Antico, rettore di Santa Catalina, uno degli organizzatori per la Casa Común, il giornalista José Ignacio López, ha ringraziato tutti coloro che hanno preso parte all’iniziativa e in particolare i giornali «La Nación», «Clarín», «Perfil», «Página 12», «Infobae» e altri ancora, per la generosa copertura dell’evento. López ha anche presentato un video datato febbraio 2013, in cui l’allora cardinale Bergoglio, dallo stesso monastero di Santa Catalina, lanciava l’idea di una Chiesa «che dialoga e non si concentra su sé stessa». Idea che poco dopo avrebbe cominciato a risuonare dalla basilica di san Pietro a Roma e a tutta la Chiesa cattolica.
Sono poi intervenuti Marco Gallo, Martha Antueno, Carlos Custer, Eduardo Rodríguez e Daniel Panaro, che hanno letto brani tratti da encicliche e documenti di Papa Francesco. Quindi il sacerdote Carlos White ha introdotto le invocazioni religiose del presbitero evangelico autore di questo articolo e del dottore Omar Abboud, già segretario del Centro islamico di Argentina. È stata letta anche quella del rabbino Daniel Goldam. Tra i presenti c’era il presbitero anglicano David George, vicepresidente del Forum ecumenico sociale.
Infine padre White, dopo aver pregato per la salute del Papa e aver reso grazie per i dodici anni di pontificato, ha invitato i partecipanti a recitare la preghiera per la pace attribuita a san Francesco di Assisi.
Domenica 16 marzo, inoltre, secondo quanto reso noto dall’ufficio stampa dell’Equipo de sacerdotes de villas y barrios populares de Argentina, nella basilica di Luján si sono riunite le comunità che stanno celebrando i diciassette anni di vita degli Hogares de Cristo, le “Case di Cristo”, e che hanno invitato tutti a partecipare alla messa per pregare in modo particolare per la salute di Papa Francesco. Diverse migliaia di ragazze e ragazzi, quindi, con grancasse, tamburi, canti, bandiere e striscioni, hanno riempito questo immenso tempio mariano, tanto amato da tutti gli argentini, incluso il Pontefice.
La messa è stata concelebrata da più di cinquanta sacerdoti, alcuni vescovi, due arcivescovi metropoliti — quello di La Plata, Gustavo Oscar Carrara, e quello di Mercedes-Luján, Jorge Eduardo Scheinig — e presieduta da monsignor Oscar Vicente Ojea Quintana, vescovo emerito di San Isidro.
A pronunciare l’omelia è stato padre José María Di Paola, ossia padre “Pepe” come è conosciuto nelle villas miserias: «Noi sacerdoti delle villas e dei quartieri popolari dell’Argentina — ha detto —, siamo presenti per dire al Santo Cura Brochero, nel giorno in cui ricorre la sua memoria liturgica, che vogliamo seguire il suo cammino nei quartieri, nel luogo dove la Chiesa ci ha posti, e che l’Hogar de Cristo è il modo di vivere la Chiesa che ci ha insegnato Papa Francesco: una Chiesa in uscita, una Chiesa povera per i poveri». «Preghiamo ora per la salute di colui che è stato il nostro vescovo — ha aggiunto padre “Pepe” — e che, diciassette anni fa, ha dato avvio all’opera che noi sacerdoti delle villas stiamo portando avanti e che lui ha sempre accompagnato fino ad oggi. Jorge Bergoglio ci ha insegnato anche ad accogliere la vita così come viene».
Il presidente della Federazione familia grande Hogar de Cristo ha proseguito dicendo: «In un mondo in cui predominano l’individualismo, la crudeltà e il “si salvi chi può”, l’Hogar de Cristo alza la bandiera della comunità organizzata. Per questo ci interessa la vita di quanti sono più indifesi in ogni luogo dove viviamo. Per quanti sono caduti a causa della droga, per quanti sono rimasti soli nella vita, c’è l’Hogar de Cristo, per abbracciarli e dire loro che questa è la loro casa, una casa che sta sempre più crescendo. Ricordiamo ancora la festa dei quindici anni, quando una moltitudine proveniente da tutta l’Argentina è venuta qui per celebrarli. Anche oggi si uniscono tantissimi Hogares de Cristo provenienti dell’interno del Paese. Oggi diciamo alla Virgen di Luján, nella cui basilica rinnoviamo il nostro impegno, che seguiremo questo cammino, un cammino di unità, di sguardo rivolto al più umile e al più povero, di lavoro fianco a fianco con i fratelli; tutto ciò ci permette di dire che continuiamo a essere una grande famiglia. Non siamo un’accozzaglia, siamo la grande famiglia dell’Hogar de Cristo».
«E chiedo — ha aggiunto padre Di Paola — se questa non è la Chiesa, allora la Chiesa dov’è? La Chiesa impegnata, missionaria, che accoglie i più poveri, la Chiesa che prega e la Chiesa che è in missione. Questo è lo spirito dei giovani che fanno parte degli Hogares. Quante missioni stanno portando avanti oggi!».
Durante la messa sono stati compiuti tre gesti molto significativi: padre Carlos “Charly” Olivero andrà in missione in Colombia per diffondere la proposta di recupero dalle dipendenze che si porta avanti negli Hogares de Cristo. Monsignor Oscar Ojea gli ha quindi impartito una benedizione particolare, insieme a tutti i sacerdoti e i partecipanti, con grande commozione.
Successivamente, dieci giovani di diversi Hogares de Cristo hanno ricevuto da padre “Charly” la benedizione di invio, perché sarebbero partiti il giorno successivo per Bahía Blanca, per prestare aiuto negli Hogares de Cristo di questa città a sud della provincia di Buenos Aires colpita da gravissime inondazioni lo scorso 7 marzo. Le strutture degli Hogares e le cappelle locali si sono trasformate in veri e propri ospedali da campo e dormitori, in attesa che le acque si ritirino. E servono braccia per continuare a offrire aiuto alla popolazione.
Infine padre “Charly” ha lavato i piedi a quattro membri dei gruppi organizzatori degli Hogares, ripetendo il gesto evangelico di servizio insegnato da Gesù il Giovedì Santo.
Conclusa la celebrazione eucaristica, nella Villa Marista di Luján gli Hogares de Cristo hanno partecipato a un festival musicale, a un pranzo condiviso e all’amicizia che non ha mai fine.