La buona Notizia

di Erri De Luca
La parabola è un racconto immaginario che sottintende un significato istruttivo. Molto praticata dal Talmud, il commentario ebraico delle Scritture, è ampiamente utilizzata nella predicazione del Nuovo Testamento.
La narrativa alla quale appartiene la parabola come la metafora si serve della divagazione per esprimersi meglio. L’albero del fico fa parte del paesaggio mediterraneo. Piantarlo era un augurio di pace, per poter sostare alla sua ombra negli anni a venire. In questa pagina di Luca la parabola ha bisogno di qualche informazione. L’uomo che ha piantato l’albero è impaziente di raccoglierne i frutti ma il fatto è che per la legge del libro Levitico chi pianta un albero non può prenderne i frutti proprio per tre anni. Potrà farlo nel quarto. L’uomo della parabola conosce il precetto ma vuole violarlo. L’albero glielo fa rispettare rifiutando per tre anni fioritura e frutto.
Nella scrittura sacra le specie viventi, animali e vegetali, partecipano dell’alleanza con la divinità. Non sono solo biologia, sono dotate d’intesa e d’intenzione. Le conoscenze moderne confermano queste doti. L’uomo si irrita con l’albero considerato suo possesso, che gli rifiuta l’arbitrio e la trasgressione, impartendogli una lezione circa il precetto dei tre anni. Come osa disobbedirgli? L’uomo vuole punire il fico tagliandolo e vanificando il suo stesso lavoro. Nella presunzione della specie umana verso la natura, si arriva a varie forme di autolesionismo.
Ma un’altra voce gli risponde di aspettare l’anno quarto. È la voce di un servo, che lo chiama «padrone», termine sempre abusivo e qui anche ironico. Perché non si possiede nulla, si sta da inquilini e forestieri di passaggio. «Perché mia è la terra», dice la divinità.
Il servo aggiunge che provvederà lui alla fertilità del fico, nell’anno successivo, quello consentito per il raccolto.
Imparo ogni volta qualcosa da queste letture. Qui c’è un albero di fico, un albero maestro che insegna a un arrogante rappresentante della specie dei proprietari una regola di buona condotta verso la terra e quello che produce.