Le preghiere in Aula Paolo VI
per la guarigione
di Francesco

 Le preghiere in Aula Paolo  vi per la guarigione di Francesco  QUO-060
14 marzo 2025

Prima di tutto, la «gioiosa memoria» della sera del 13 marzo di dodici anni fa, «quando piazza San Pietro, gremita, accoglieva festante la benedizione del nuovo vescovo di Roma e pastore della Chiesa universale». Poi, durante l’odierna «prova della malattia», il levarsi incessante, da quella stessa piazza «così come da tante altre parti del mondo», della «preghiera del popolo di Dio alla quale anche noi ci uniamo in comunione di spirito». Così ieri pomeriggio, anniversario dell’elezione di Papa Francesco, l’arcivescovo segretario del Dicastero per il culto divino e la disciplina dei sacramenti Vittorio Francesco Viola ha espresso gratitudine e filiale affetto al Pontefice e alla sua missione apostolica a nome di tutti i partecipanti agli esercizi spirituali della Curia romana in Aula Paolo vi.

«In questo Anno giubilare — ha proseguito il presule parlando prima della nona meditazione del predicatore della Casa pontificia Pasolini — nutriamo la speranza che il messaggio di pace e fraternità, cui costantemente siamo chiamati, richiamati, dal suo magistero, possa diffondersi tra i popoli e tra le persone di buona volontà. E che in tutti — ha auspicato — cresca il desiderio di essere discepoli del Signore, testimoni del Vangelo e costruttori del Regno di Dio». Infine, monsignor Viola ha ringraziato per la conferma nella fede data dal Successore di Pietro: ha quindi assicurato da parte di tutti, «guidati nell’unità», «affettuosa vicinanza e preghiera», prima di affidare Francesco all’intercessione della Vergine e alla sua custodia «nella carità di Cristo».

Al termine degli Esercizi spirituali ha preso la parola l’arcivescovo prefetto del Dicastero per i testi legislativi, Filippo Iannone, per guidare la recita del rosario per la salute del Papa, introdotto invocando Maria, «salute degli infermi». Vengono meditati i misteri della Luce, con l’invocazione conclusiva a Dio perché, per l’intercessione di Maria, sostenga «la nostra fede e ravvivi la nostra speranza, perché nessun ostacolo ci faccia deviare dalla strada che porta alla salvezza».

Nel pomeriggio precedente, mercoledì 12, era stato il cardinale prefetto del Dicastero per il dialogo interreligioso George Jacob Koovakad a guidare il rosario per la medesima intenzione, con la meditazione dei misteri Gloriosi.

Introducendo la preghiera mariana, il porporato indiano ha invitato ad «affidare il Santo Padre e tutti gli infermi alla materna protezione di Maria». «Da tutto il mondo in queste settimane in cui il Santo Padre è ricoverato in ospedale — ha ricordato il cardinale che è anche organizzatore dei viaggi internazionali del Pontefice — sono giunti toccanti messaggi di solidarietà e vicinanza, insieme con l’assicurazione di tante preghiere innalzate al Cielo per la sua guarigione. Perciò insieme con i fedeli cristiani e con i credenti delle altre tradizioni religiose» e anche con «tanti non credenti che apprezzano e amano Francesco, e sono preoccupati per la sua salute» ha affidato il Papa e tutti gli infermi alla protezione della Beata Vergine. Unendo, è stata la sua richiesta, «la nostra invocazione a quella dei poveri, perché la loro preghiera è la più efficace, come suggerisce la Sacra scrittura, e in particolare il Siracide: “La preghiera del povero sale all’orecchio di Dio e il suo giudizio sarà al suo favore. La preghiera del povero attraversa le nubi, né si quieta finché non sia arrivata. Non desiste finché l’Altissimo non sia intervenuto”».