Il cardinale Cupich: prioritario difendere

di Deborah Castellano Lubov
Esprime profonda gratitudine il cardinale Blase Cupich, arcivescovo di Chicago, a Papa Francesco per la lettera inviata ieri ai vescovi degli Stati Uniti, in cui il Pontefice manifesta la preoccupazione per la crisi nel Paese data dal programma governativo di deportazioni di massa di immigrati e rifugiati. In un’intervista con i media vaticani il porporato, che già prima dell’insediamento del presidente Donald Trump alla Casa Bianca si era opposto a qualsiasi programma di deportazione di massa, afferma di apprezzare in particolare la chiarezza della missiva papale nell’indicare come «priorità assoluta» per i vescovi e la Chiesa degli Stati Uniti «la protezione e la difesa della dignità dei migranti».
La vicinanza di Francesco rappresenta un’esortazione a «camminare insieme e difendere la dignità umana dei migranti nel nostro Paese», riferisce il cardinale Cupich, soffermandosi sul passaggio della lettera in cui il Papa scrive: «La coscienza rettamente formata non può non compiere un giudizio critico ed esprimere il suo dissenso verso qualsiasi misura che tacitamente o esplicitamente identifica lo status illegale di alcuni migranti con la criminalità».
L’arcivescovo di Chicago spera che tale riflessione possa incoraggiare ogni fedele a «giudicare criticamente ed esprimere il proprio disaccordo nei confronti di politiche ingannevolmente basate sulla forza e sulle distorsioni, piuttosto che sulla verità dell’uguale dignità di ogni essere umano».
Un modo di operare che, ha evidenziato ancora il Pontefice e il porporato si dice d’accordo, «incomincia male e finirà male».