Una lunga vita in difesa
Sedici anni nel ruolo chiave di osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite a New York, intervenendo in molte sedute su temi centrali come disarmo, povertà, difesa dei diritti umani, libertà religiosa con una vasta eco in tutto il mondo, tanto che Giovanni Paolo ii lo aveva poi voluto alla presidenza del Pontificio Consiglio della giustizia e della pace. Renato Raffaele Martino, cardinale protodiacono morto a Roma ieri, 28 ottobre a quasi 92 anni, si era occupato di diverse situazioni complicate nelle aree calde del mondo. Proprio per la sua costante attività in favore delle pacifiche e proficue relazioni tra i popoli, della promozione umana e della cultura, gli erano state conferite numerose lauree honoris causa e onorificenze.
Era nato a Salerno il 23 novembre 1932. Dopo aver studiato filosofia e teologia alla Pontificia Università Gregoriana, si era laureato in Diritto canonico alla Lateranense entrando poi nella Pontificia Accademia Ecclesiastica. Ordinato sacerdote il 20 giugno 1957 dall’arcivescovo Demetrio Moscato, ordinario di Salerno, era entrato nel servizio diplomatico della Santa Sede nel 1962, lavorando nelle nunziature di Nicaragua, Filippine, Libano, Canada e Brasile. Tra il 1970 e il 1975 era stato responsabile della Sezione per le Organizzazioni internazionali della Segreteria di Stato.
Il 14 settembre 1980 era stato nominato arcivescovo titolare di Segerme e pro-nunzio in Thailandia, delegato apostolico in Singapore, Malaysia, Laos. Aveva ricevuto l’ordinazione episcopale il 14 dicembre successivo nella basilica romana dei Santi xii Apostoli dal cardinale Agostino Casaroli, segretario di Stato. Co-consacranti gli arcivescovi Simon D. Lourdusamy, segretario della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, e Gaetano Pollio, arcivescovo di Salerno. «Virtus ex alto» era stato il motto episcopale da lui scelto.
Nel 1983 era stato quindi nominato delegato apostolico in Brunei.
Il 3 dicembre 1986 aveva ricevuto l’incarico di osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite a New York. In questa veste aveva partecipato attivamente alle maggiori Conferenze internazionali promosse dalle Nazioni Unite. In particolare a New York per il summit mondiale sull’infanzia nel 1990; a Rio de Janeiro nel 1992 al vertice su ambiente e sviluppo; nel 1994 alle Barbados in occasione della Conferenza sui piccoli Stati insulari in via di sviluppo, e poi al Cairo al Congresso su popolazione e sviluppo; a Pechino nel 1995 per la Conferenza sulle donne e a Istanbul nel 1996 a quella sull’habitat; a Roma nel 1998 alla convention diplomatica dei plenipotenziari per l’istituzione della Corte penale internazionale; a New York nel 2000 per il summit del millennio, e a Monterrey, in Messico, nel 2002, per il convegno sul finanziamento per lo sviluppo. Nel 2002, inoltre, aveva preso parte a Madrid all’Assemblea sugli anziani e, a Johannesburg, alla Conferenza sullo sviluppo sostenibile.
Nel 1991, nell’ambito delle sue funzioni a New York, aveva istituito la «Path to peace foundation» per sostenere e potenziare le iniziative della missione della Santa Sede presso l’Onu.
Il 5 ottobre 1995 aveva ricevuto Giovanni Paolo ii negli Uffici della Missione della Santa Sede, benedetti dal Pontefice in occasione del viaggio apostolico negli Stati Uniti d’America.
Dal 2001 al 2010 era stato membro del Comitato di patrocinio del “Coordinamento internazionale per il Decennio di una cultura della non violenza e della pace a profitto dei bambini nel mondo”.
Dopo sedici anni di servizio a New York, come osservatore permanente della Santa Sede, il 1° ottobre 2002 era stato chiamato da Papa Wojtyła a guidare il Pontificio consiglio della Giustizia e della pace.
Nel concistoro del 21 ottobre 2003 era stato creato e pubblicato cardinale diacono di San Francesco di Paola ai Monti.
Nello stesso anno, per il 40° anniversario dell’enciclica «Pacem in terris», era stato impegnato in numerose sedute di studio, dibattiti e conferenze sull’attualità e sull’importanza del documento di Giovanni xxiii: in particolare, il 7 ottobre 2003, nel “Palazzo di vetro” delle Nazioni Unite a New York, e il 4 novembre, nella sede dell’Unesco a Parigi. Sotto il suo impulso, il Pontificio consiglio «Iustitia et Pax» aveva intensamente lavorato alla stesura di un’articolata sintesi della dottrina sociale della Chiesa, per mettere tra l’altro in evidenza il legame di tale insegnamento con la nuova evangelizzazione fortemente voluta da Giovanni Paolo ii. Un lavoro che aveva trovato il suo felice epilogo con la pubblicazione, il 25 ottobre 2004, del Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa.
Nel marzo 2005, in collaborazione con diversi Istituti universitari cattolici, si era fatto promotore del Congresso internazionale in Vaticano per celebrare il 40° anniversario della costituzione conciliare «Gaudium et spes».
Il 18 e 19 aprile seguenti aveva partecipato al conclave che aveva eletto Papa Benedetto xvi, il quale due giorni dopo lo aveva riconfermato alla guida del Pontificio consiglio della Giustizia e della Pace. E il 14 dicembre 2005 Martino aveva presieduto nella basilica dei Santi xii Apostoli la celebrazione eucaristica per i venticinque anni di episcopato.
Nell’ambito del Sinodo dei vescovi aveva preso parte all’undicesima (2005) e alla dodicesima (2008) assemblee generali ordinarie, e alla seconda assemblea speciale per l’Africa (2009).
Nel maggio 2007 aveva inoltre partecipato alla quinta Conferenza generale dell’episcopato latinoamericano ad Aparecida come membro designato dal Pontefice.
Dall’11 marzo 2006 al 28 febbraio 2009 aveva svolto anche il servizio di presidente del Pontificio consiglio della Pastorale per i migranti e gli itineranti.
Inoltre, dal 15 al 20 maggio 2007 si era recato in Costa d’Avorio, su richiesta del Pontefice e dietro invito della Conferenza episcopale del Paese africano provato da un annoso conflitto. Nel giugno seguente aveva ricevuto da Benedetto xvi una lettera augurale in occasione del 50° anniversario dell’ordinazione sacerdotale e aveva celebrato la ricorrenza nella basilica vaticana.
Il 21 aprile 2009 era stato nominato da Papa Ratzinger presidente della Commissione episcopale per l’almo collegio Capranica, di cui era stato alunno dal 1951 al 1962. Quindi, nell’ottobre successivo Martino aveva rinunciato alla guida del Pontificio consiglio della Giustizia e della pace.
Nella Curia romana era stato anche membro della Congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli, del Pontificio consiglio “Cor unum”, dell’Amministrazione del patrimonio della sede apostolica (Apsa) e della Pontificia commissione per lo Stato della Città del Vaticano.
Era stato inviato speciale del Papa ad Ariano Irpino, in provincia di Avellino, alle celebrazioni per il 17° centenario del martirio di san Liberatore (maggio 2006), compatrono del comune campano e di Lacedonia; nel giugno seguente, a Singapore, per le celebrazioni del 25° anniversario delle relazioni diplomatiche con la Santa Sede; a Paola, in Calabria, per il 5° centenario della morte di san Francesco di Paola (maggio 2007); a Cipro, a una delle cerimonie conclusive dell’Anno paolino (giugno 2009); a Cava de’ Tirreni, in Campania, per i mille anni dell’abbazia benedettina della Santissima Trinità (settembre 2011) e, nel dicembre successivo, a Yangon, in Myanmar, per le celebrazioni del centenario della cattedrale.