Un nuovo metodo
«Un Rapporto onesto e oggettivo». Così Maud de Boer-Buquicchio, membro della Pontificia Commissione per la tutela dei minori, commenta il Report annuale pubblicato oggi, che è stato redatto da un gruppo di studio da lei stessa presieduto.
In passato relatore speciale delle Nazioni Unite sullo sfruttamento sessuale dei bambini, la donna — a colloquio con i media vaticani — sottolinea l’importanza per la Chiesa di questo lavoro: «È importante — afferma — perché è la prima volta che un organismo indipendente, pur facendo parte della Santa Sede, istituito dal Papa, redige un Rapporto onesto, obiettivo, sullo stato della salvaguardia dei minori contro l’abuso e l’abuso sessuale nella Chiesa».
«È un rapporto oggettivo perché, da un lato, ci siamo basati sulle informazioni raccolte durante gli incontri con i vescovi in occasione delle visite che annualmente fanno qui a Roma; dall’altra parte, abbiamo veramente cercato al massimo di includere nella nostra riflessione la voce delle vittime» rimarca l’esperta.
«È una metodologia non semplice e quando ci siamo sbagliati, abbiamo sbagliato davvero. Credo però che con l’esperienza dei membri, anche quella nelle loro chiese locali, alcuni anche come vittime di abusi in passato, e basandoci pure sulle informazioni e gli scambi avuti con i gruppi di vittime che si sono veramente aperti a raccontarci le loro storie, abbiamo potuto vedere quali sono gli sbagli da non commettere. E abbiamo dato il via ad una nuova metodologia».
Questo è solo un primo Rapporto, non sarà l’ultimo ma sarà «ciclico», annuncia Buquicchio: «Ogni anno possiamo approfondire un aspetto o un altro e includere in maniera ancora più sistematica la voce delle vittime». Speranza dell’esperta è che «a lungo termine — spero non troppo lungo — si potrà avere veramente un’indicazione su dove va la Chiesa e la direzione che la strada iniziata da moltissimi vescovi e persone nella Chiesa finirà per eliminare questa piaga».
Una piaga «per il mondo esterno e soprattutto per le vittime», alle quali restituisce «un’immagine molto dura e cattiva della Chiesa» conclude.