L’intervista
A colloquio con Vincenzo Barca, psichiatra e membro di «Medici contro la tortura», su come affrontare una delle forme più complesse di perdita

Davanti ai lutti silenziosi
dei migranti

Many Migrants and a Fence
29 ottobre 2024
«Partire è un po’ morire / rispetto a ciò che si ama», recita così il verso di una poesia, diventato ormai detto popolare, dello scrittore francese Edmond Haraucourt. Però si parte anche per non morire, come nel caso di chi è costretto da guerre, povertà e insicurezza a lasciare il proprio Paese e a fronteggiare, in un paradosso crudele, ulteriori perdite tanto simboliche quanto reali. Parliamo del lutto migratorio, che inizia ancor prima di intraprendere il viaggio della speranza. In questo lungo percorso non si dice addio solo a un luogo, ma si perde inevitabilmente una parte di sé: si lasciano alle spalle i familiari, i legami di una vita, la propria lingua, i propri riferimenti sociali e culturali. Il distacco da tutto ciò che si ama e su cui si è edificata ...

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