All’Angelus il dolore del Papa per le piccole vittime dei conflitti in Ucraina e Medio Oriente

Il grido dei bambini massacrati

Pope Francis waves from the window of the apostolic palace overlooking St. Peter's square during the ...
28 ottobre 2024

«Troppe vittime innocenti! Vediamo ogni giorno immagini di bambini massacrati. Troppi bambini!». Con tono accorato, al termine dell’Angelus di ieri, domenica 27 ottobre, Papa Francesco ha ricordato le drammatiche conseguenze dei conflitti sulla popolazione civile in Ucraina, Palestina, Israele e Libano. Esortando ancora una volta a pregare per la pace, il Santo Padre ha auspicato la fine dell’escalation e la priorità del «rispetto della vita umana, che è sacra!». Affacciatosi a mezzogiorno dalla finestra dello Studio privato del Palazzo apostolico vaticano, il Pontefice ha introdotto la recita della preghiera mariana con i fedeli presenti in piazza San Pietro e con quanti lo seguivano attraverso i media commentando il Vangelo domenicale (Mc 10, 46-52), incentrato sull’incontro tra Gesù e Bartimeo, il mendicante cieco guarito dal Figlio di Dio. Ecco la meditazione del vescovo di Roma.

Cari fratelli e sorelle, buona domenica!

Oggi il Vangelo della liturgia (Mc 10, 46-52) ci parla di Gesù, che guarisce un uomo dalla cecità. Il suo nome è Bartimeo, ma la folla, per strada, lo ignora: è un povero mendicante. Quella gente non ha occhi per questo cieco; lo lasciano, lo ignorano. Nessuno sguardo di cura, nessun sentimento di compassione. Anche Bartimeo non vede, ma sente e si fa sentire. Grida, grida forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!» (v. 48). Gesù però lo sente e lo vede. Si mette a sua disposizione e gli chiede: «Cosa vuoi che io faccia per te?» (v. 51).

“Cosa vuoi che io faccia per te?”. Questa domanda, davanti a una persona cieca, sembra una provocazione e invece è una prova. Gesù sta chiedendo a Bartimeo chi cerca davvero, e per quale motivo. Chi è per te il “Figlio di Davide”? E così il Signore inizia ad aprire gli occhi del cieco. Consideriamo tre aspetti di questo incontro, che diventa dialogo: il grido, la fede, il cammino.

Anzitutto il grido di Bartimeo, che non è solo una richiesta di aiuto. È un’affermazione di se stesso. Il cieco sta dicendo: “Io esisto, guardatemi. Io non ci vedo, Gesù. Tu mi vedi?”. Sì, Gesù vede l’uomo mendicante, e lo ascolta, con gli orecchi del corpo e con quelli del cuore. Pensiamo a noi, quando per la strada incrociamo qualche mendicante: quante volte guardiamo da un’altra parte, quante volte lo ignoriamo, come se lui non esistesse. E noi sentiamo il grido dei mendicanti?

Secondo punto: la fede. Gesù cosa dice? «Va’, la tua fede ti ha salvato». Bartimeo vede perché crede; Cristo è la luce dei suoi occhi. Il Signore osserva come Bartimeo guarda a Lui. Come guardo io un mendicante? Lo ignoro? Lo guardo come Gesù? Sono capace di capire le sue domande, il suo grido di aiuto? Quando tu dai l’elemosina, guardi negli occhi il mendicante? Gli tocchi la mano per sentire la sua carne?

Infine, il cammino: Bartimeo, risanato, «seguiva Gesù lungo la strada» (v. 52). Ma ognuno di noi è Bartimeo, cieco dentro, che segue Gesù una volta che si è avvicinato a Lui. Quando tu ti avvicini a un povero e ti fai sentire vicino, è Gesù che si avvicina a te nella persona di quel povero. Per favore, non facciamo confusione: l’elemosina non è beneficenza. Quello che riceve più grazia dall’elemosina è colui che la dà, perché si fa guardare dagli occhi del Signore.

Preghiamo insieme Maria, aurora della salvezza, perché custodisca il nostro cammino nella luce di Cristo.

Dopo l’Angelus il Pontefice ha invitato alla preghiera per il Sinodo appena concluso. Ricordando poi il 50° anniversario della Commissione per i rapporti religiosi con l’Ebraismo e che si entra nel 60° della Dichiarazione Nostra aetate, Francesco ha quindi citato la Conferenza internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa, al via oggi a Ginevra, auspicando il rispetto del diritto internazionale umanitario durante i conflitti armati. Infine il vescovo di Roma ha assicurato vicinanza alla Chiesa del Messico per l’assassinio del sacerdote Marcelo Pérez Pérez e alle popolazioni delle Filippine colpite da un ciclone.

Cari fratelli e sorelle!

Oggi abbiamo concluso il Sinodo dei Vescovi. Preghiamo perché tutto quello che abbiamo fatto in questo mese vada avanti per il bene della Chiesa.

Il 22 ottobre ricorreva il 50° anniversario della creazione, da parte di San Paolo vi , della Commissione per i rapporti religiosi con l’Ebraismo, e domani sarà il 60° della Dichiarazione Nostra aetate del Concilio Ecumenico Vaticano ii . Soprattutto in questi tempi di grandi sofferenze e tensioni, incoraggio quanti sono impegnati a livello locale per il dialogo e per la pace.

Domani si aprirà a Ginevra un’importante Conferenza Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa, a 75 anni dalle Convenzioni di Ginevra. Possa tale evento risvegliare le coscienze affinché, durante i conflitti armati, siano rispettate la vita e la dignità delle persone e dei popoli, come anche l’integrità delle strutture civili e dei luoghi di culto, in osservanza del diritto internazionale umanitario. È triste vedere come nella guerra, da qualche parte, si distruggono gli ospedali e le scuole.

Mi unisco all’amata Chiesa di San Cristóbal de las Casas, nello stato messicano del Chiapas, che piange il sacerdote Marcelo Pérez Pérez, assassinato domenica scorsa. Uno zelante servitore del Vangelo e del popolo fedele di Dio. Il suo sacrificio, come quello di altri preti uccisi per fedeltà al ministero, sia seme di pace e di vita cristiana.

Sono vicino alle popolazioni delle Filippine colpite da un fortissimo ciclone. Il Signore sostenga quel popolo tanto pieno di fede.

Saluto voi, romani e pellegrini. In particolare, saluto la Confraternita del Señor de los Milagros, dei peruviani a Roma, che ringrazio per la loro testimonianza e incoraggio a proseguire nel cammino di fede.

Saluto il gruppo anziani di Loiri Porto San Paolo, i ragazzi della Cresima di Assemini (Cagliari), i “Pellegrini della salute” da Piacenza, gli Oblati Secolari Cistercensi del Santuario di Cotrino e la Confederazione dei Poveri Cavalieri di San Bernardo di Chiaravalle.

E per favore continuiamo a pregare per la pace, specialmente in Ucraina, Palestina, Israele, Libano, perché si ponga fine all’escalation e si metta al primo posto il rispetto della vita umana, che è sacra! Le prime vittime sono tra la popolazione civile: lo vediamo tutti i giorni. Troppe vittime innocenti! Vediamo ogni giorno immagini di bambini massacrati. Troppi bambini! Preghiamo per la pace.

Auguro a tutti una buona domenica. E per favore non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!