La Santa Sede vicina
Parigi, 25. «Un’oasi di fraternità, dove gruppi religiosi e confessionali coesistono», un «faro di pace e stabilità» in Medio Oriente, per il quale è imperativo che «la comunità internazionale si faccia carico delle sfide» che è chiamato ad affrontare. Il sottosegretario per i Rapporti con gli Stati, monsignor Mirosław Stanisław Wachowski, ha fatto riferimento con queste parole al Libano nel suo intervento alla Conferenza internazionale in sostegno alla popolazione e alla sovranità del “Paese dei cedri”, ieri a Parigi. La Santa Sede, ha detto monsignor Wachowski, «condivide le sofferenze del popolo libanese», allargate a quelle «di altre persone in Medio Oriente».
L’appello di Papa Francesco per «un immediato cessate il fuoco su tutti i fronti», ricorrendo alla «negoziazione» e alla «mediazione», come «proposto dallo Statuto delle Nazioni Unite», è stato ribadito da monsignor Wachowski, notando la necessità di una «salvaguardia e promozione» del «prezioso» pluralismo che caratterizza il Libano. Nel contesto nazionale e medio orientale, il ruolo delle comunità cristiane è «indispensabile e fondamentale», nella visione della Santa Sede, specialmente nel «benessere» e nella «prosperità», divenendo ormai «componente vitale» dell’identità libanese.
Il vescovo polacco ha poi reiterato la «preoccupazione» della Santa Sede riguardo la carica di presidente della repubblica del Libano, attualmente vacante. La sua elezione non rappresenta una «mera opzione», ma piuttosto una «necessità» per salvaguardare «l’indipendenza, l’unità e l’integrità territoriale del Libano». Viene perciò auspicato, con la «massima urgenza», un «riempimento» di tale «vuoto istituzionale».