Marco e i 105 ricoveri
«Un bel ciao e un grande abbraccio a Papa Francesco»: è il sogno che Marco — un bambino di undici anni “costretto” su una sedia a rotelle per via di una malattia genetica rara — ha realizzato questa mattina, durante l’udienza generale in piazza San Pietro.
Marco, che domani vivrà il 105° ricovero all’ospedale pediatrico “Bambino Gesù”, arriva dalla Sicilia. Esattamente da Scordia, in provincia di Catania. Con grande coraggio sta affrontando la realtà della malattia, sempre con un sorriso che “conquista” immediatamente.
Stamane era accompagnato dal papà Pietro che ha voluto ringraziare il Pontefice per tutto quello che fa e dice per il bene dei bambini, così come ha fatto nella catechesi di oggi sull’amore nel matrimonio, quando ha detto che «i figli soffrono la mancanza di amore dei genitori!» consigliando per i futuri sposi una «preparazione “spirituale”, sullo Spirito Santo che fa l’unità».
Particolarmente emozionati anche Leonardo, Alessia e Teresa — alunni dell’Istituto Claudio Abbado di Roma — e Roberto, arrivato con i genitori da Ibiza, per essere saliti sulla “jeep” con il Papa, nel consueto giro tra i settori in piazza San Pietro.
I più “rumorosi” — con i loro canti festosi — sono stati i giovani cresimati della diocesi francese di Bayeux e Lisieux: in quasi duecento, tra i dodici e i diciassette anni, erano accompagnati dal loro vescovo Jacques Habert.
Significativa, inoltre, la partecipazione di ventotto ragazzi con disabilità venuti dalla Croazia tramite l’Associazione Unuo impegnata a seguire quotidianamente un numero sempre maggiore di persone che vivono esperienze di fragilità. E, in particolare, proprio i giovanissimi con problematiche familiari. I ragazzi hanno partecipato al progetto umanitario europeo “Il cucchiaio di Cupido”, concorso gastronomico internazionale — giunto alla seconda edizione — le cui fasi finali si sono svolte lo scorso fine settimana a Zagabria.
Dalla parrocchia polacca di Sant’Anna, a Lubartów, i sacerdoti Andrzej Juźko e Leszek Sałaga, rispettivamente parroco e vice parroco, hanno accompagnato una coppia ucraina — proveniente da Kosiv, nella parte occidentale del Paese — che tre anni fa, fuggita dalla guerra, è stata accolta con i due figli nella casa parrocchiale. Olesia e Leonid «sono cattolici e sono venuti qui per pregare insieme con il Santo Padre per la martoriata Ucraina, ricevendo la sua benedizione, affinché ci sia conforto e speranza per il loro popolo» ha detto don Juźko. In particolare, Leonid ha chiesto al Papa una preghiera per il papà morto due anni fa nel conflitto.
Sempre dalla Polonia sono venuti all’udienza generale Bogdan e Grazyna Królik, produttori di tulipani, insieme con Maciej Paradowski, presidente di un ente che sostiene i produttori nazionali degli alimenti biologici. Hanno offerto a Papa Francesco gli stessi bulbi di tulipano piantati ieri mattina nei Giardini Vaticani, a pochi passi dalla Grotta di Lourdes, durante la cerimonia in ricordo di san Giovanni Paolo ii, organizzata nel giorno della sua memoria liturgica dall’Ambasciata polacca presso la Santa Sede, in collaborazione con il Governatorato dello Stato della Città del Vaticano.
Simbolo di innocenza, purezza ed eleganza, i tulipani «sono della specie Triumph che inizialmente hanno il colore giallo e poi quando crescono diventano bianchi, come i due colori della bandiera vaticana» ha sottolineato Królik. Fioriranno durante il Giubileo, a primavera, molto probabilmente ad aprile, proprio quando ricorrerà il xx anniversario della morte del santo Pontefice polacco.
Cinquanta donne leader religiose, incontratesi questa settimana a Frascati, per collaborare nella lotta alla crisi climatica, hanno avuto l’opportunità di salutare Papa Francesco alla fine dell’udienza generale. Tra loro, Mary Robinson, ex presidente d’Irlanda e co-fondatrice di Project Dandelion, una campagna globale guidata dalle donne per la giustizia climatica, la giovane attivista per il clima Ridhima Pandey e Lorna Gold, presidente del movimento Laudato si’. L’iniziativa è stata promossa dalle ambasciate presso la Santa Sede del Regno Unito e d’Irlanda, da Islamic Relief Worldwide e dall’Unione internazionale delle superiore generali.
di Fabrizio Peloni