È morto il cardinale
Il cardinale Eugenio Dal Corso — religioso dei Poveri Servi della Divina Provvidenza (Don Calabria) e vescovo emerito di Benguela, in Angola — è morto nella serata di domenica 20 ottobre, intorno alle ore 21, nella “Cittadella della carità” a Negrar (Verona). Aveva 85 anni. Nei giorni scorsi le sue condizioni di salute si sono improvvisamente aggravate. Nato il 16 maggio 1939 a Lugo di Valpantena di Grezzana, in diocesi di Verona, nel 1949 era entrato nell’opera fondata da san Giovanni Calabria e aveva emesso la prima professione religiosa l’8 settembre 1959. Era stato ordinato sacerdote il 17 luglio 1963. Nel 1975 aveva cominciato la sua vita missionaria prima in Argentina, poi dal 1986 in Angola. Il 15 dicembre 1995 era stato nominato vescovo coadiutore di Saurimo e il 3 marzo 1996 aveva ricevuto l’ordinazione episcopale. Il 15 gennaio 1997 era quindi divenuto vescovo di Saurimo succedendo per coadiuzione. Il 18 febbraio 2008 era stato trasferito alla sede residenziale di Benguela. E il 26 marzo 2018 aveva rinunciato al governo pastorale della diocesi. Aveva quindi proseguito il servizio in Angola in una piccola comunità. Nel concistoro del 5 ottobre 2019 Papa Francesco lo aveva creato e pubblicato cardinale, assegnandogli il titolo presbiterale di Sant’Anastasia. Le esequie del cardinale saranno celebrate giovedì 24 ottobre, alle 14.30, nel duomo di Verona dal vescovo Domenico Pompili.
È morto significativamente la domenica della Giornata missionaria mondiale Eugenio Dal Corso che alla missione — in Argentina e in Angola — aveva dedicato tutta la vita.
Così lo ricorda don Massimiliano Parrella, superiore generale dei Poveri Servi della Divina Provvidenza: «Nei suoi tanti anni di missione è sempre stato vicino agli ultimi e ai dimenticati della terra. Anche dopo che è stato creato cardinale ha voluto continuare a prestare servizio come cappellano in una parrocchia sperduta dell’Angola, una delle più povere dove c’era bisogno di sacerdoti per portare avanti il lavoro pastorale». È stato «un uomo che ha vissuto la povertà e il distacco totale dai beni materiali fino alla fine».
Eugenio Dal Corso è stato il primo religioso della congregazione fondata da san Giovanni Calabria a divenire cardinale. Era nato nel 1939 in una piccola contrada di nome Corso — da qui il cognome — nel territorio della parrocchia di Lugo Valpantena di Grezzana, in diocesi e provincia di Verona.
Era il secondo dei sei figli di Rodolfo Dal Corso e Teresa Bellorio che lo avevano battezzato con il nome di Eugenio in onore di Pio xii (Eugenio Pacelli) eletto Papa due mesi e mezzo prima (il 2 marzo 1939).
Aveva appena 10 anni quando era entrato nella famiglia dell’Opera Don Calabria, già con il desiderio di essere missionario. Di recente aveva celebrato i 65 anni della prima professione religiosa, avvenuta l’8 settembre 1959.
Il suo percorso scolastico aveva preso le mosse nel 1949 nella Casa dell’Opera Don Calabria a Roncà per poi proseguire a Maguzzano sul lago di Garda e a Verona, a Casa Nazareth sulle Torricelle. Terminata la formazione liceale era entrato nel noviziato della congregazione ed era stato inviato a Grottaferrata, vicino Roma, in una Casa dell’Opera per studiare teologia dogmatica alla Pontificia Università Lateranense.
Ordinato sacerdote nel 1963 — nella Casa Nazareth dove aveva studiato — le prime esperienze di vita pastorale le aveva avute a Roma, a Madonna di Campagna (Verona) e a Napoli, in contesti di periferia. In particolare nell’Urbe aveva prestato servizio nella parrocchia — allora affidata alla sua congregazione — di Santa Maria della Misericordia alla borgata Gordiani, tra i baraccati della periferia orientale della città.
Dopo tre anni a Roma era stato trasferito nello studentato dell’Opera a Verona, in particolare per completare la tesi di laurea su Don Giovanni Calabria e i fratelli separati. Conseguito il dottorato alla Lateranense, era rimasto per altri quattro anni a Verona come insegnante nella Casa di formazione e come vice parroco a Santa Maria della Pace (Madonna di Campagna) nella periferia cittadina.
Poi a Napoli, dal dicembre 1970, Dal Corso era stato parroco di San Giacomo degli Italiani a Poggioreale, vicino al carcere, in delicato contesto sociale.
Nel gennaio 1975 — come da lui stesso richiesto ai superiori — aveva cominciato la vita missionaria: in Argentina il primo incarico era stato nella cittadina di Laferrere, a circa trenta chilometri dalla capitale Buenos Aires, dove aveva lavorato nella parrocchia intitolata a Nostra Signora della Pace.
Il 7 marzo 1986, dopo undici anni in America latina, aveva iniziato la missione in Angola in piena guerra civile, restando accanto ai più deboli. In particolare la sua congregazione aveva accettato di dirigere il seminario della diocesi di Uije, nel nord del Paese, al confine con la Repubblica democratica del Congo.
E così, dopo cinque anni a Uije, gli era stato affidato il compito di dirigere la nuova Casa dell’Opera Don Calabria nella capitale Luanda, con una scuola elementare, una scuola media e anche un piccolo ospedale divenuti punti di riferimento per tutta la popolazione. Nel 1991 era stato inoltre eletto provinciale della sua famiglia religiosa.
Nominato vescovo coadiutore di Saurimo — nel nord-est dell’Angola, nella provincia della Lunda Sud — il 15 dicembre 1995, aveva ricevuto l’ordinazione episcopale il 3 marzo 1996 in una celebrazione davanti all’Ospedale della Divina Provvidenza a Luanda. A ordinarlo era stato l’arcivescovo Félix del Blanco Prieto, nunzio apostolico in Angola. Co-consacranti il vescovo Andrea Veggio, ausiliare di Verona, e il vescovo di Saurimo, monsignor Pedro Marcos Ribeiro da Costa.
Sapientia il motto episcopale scelto dal presule Dal Corso, che il 15 gennaio 1997 era quindi divenuto vescovo di Saurimo succedendo per coadiuzione.
Successivamente, il 18 febbraio 2008, era stato trasferito alla diocesi di Benguela. Dopo dieci anni, il 26 marzo 2018, aveva rinunciato al governo pastorale della diocesi, decidendo di restare comunque in Angola, mettendosi a disposizione della Chiesa locale per il servizio pastorale.
Con grande umiltà aveva accettato di recarsi nella sperduta diocesi di Menongue, dove c’era un grande bisogno di sacerdoti per l’ordinaria attività pastorale. Aveva così ricevuto l’incarico di cappellano del centro pastorale Santa Josefina Bakhita a Caiundo, piccola comunità nella provincia di Kuando Kubango.
Ed era proprio nel pieno di questo servizio quando, il 1° settembre 2019, Papa Francesco aveva annunciato all’Angelus domenicale la sua nomina cardinalizia per il concistoro del successivo 5 ottobre. Il Pontefice gli aveva assegnato il titolo presbiterale di Sant’Anastasia del quale Dal Corso aveva preso possesso il successivo 17 novembre.
Dopo il concistoro il porporato era tornato nella diocesi di Menongue per continuare il servizio pastorale fino a quando la salute glielo aveva permesso. Negli ultimi anni viveva nella casa del clero della “Cittadella della carità” di Negrar, dove domenica è morto.