Cuba
Il buio continua ad avvolgere Cuba. Al quarto giorno dall’inizio del black-out nel Paese, dopo il collasso della centrale termoelettrica Antonio Guiteras, la condizione della popolazione si fa sempre più critica. Mentre la fornitura di energia è stata ristabilita per il 90% degli abitanti dell’Avana, secondo il governo, il resto del Paese rimane al buio. Si moltiplicano le file di persone fuori dai negozi, che sperano di comprare gli alimenti prima che marciscano, a causa dell’assenza di corrente. Alcune vivono in strada, altre ricorrono a falò improvvisati, cercando di cuocere come possono il cibo che resta. «Mia nonna — ha detto una donna cubana all’Ansa — ha potuto mangiare perché ha un patio e ha fatto un fuoco con legna e carbone, ma ci sono persone, in grado di cucinare solo con la corrente e che non si nutrono da giorni».
Nell’isola serpeggia un malcoltento sempre più esplosivo, che è sfociato in alcune sparse proteste spontanee.
Oltre al black-out, all’inflazione, alla crisi economica che già da tempo affligge Cuba, i devastanti effetti dell’uragano Oscar (ora declassato come tormenta tropicale) aggravano il quadro. Il triste bilancio è di sei persone morte nel comune di San Antonio del Sur, a Guantanamo, secondo quanto ha reso noto in una nota il presidente, Miguel Díaz-Canel. Case, centri di lavoro, linee elettriche e piantagioni: tutto è stato travolto dalla tempesta tropicale. Le forze armate sono all’opera per gestire i salvataggi nelle aree rese inaccessibili, dove — informano le autorità — si sono verificati «livelli di inondazione mai registrati prima». Più di 1.000 sarebbero le abitazioni colpite e migliaia gli sfollati.
Nel frattempo, l’Istituto di meteorologia (Insmet) ha previsto ancora maltempo nelle prossime ore, gettando l’allarme sulla sorte dei dieci milioni di abitanti dell’isola, ancora in cerca di luce. (beatrice guarrera)