Il Sinodo dei vescovi
Il forum all’Antonianum

Una ricchezza dialogare
nella diversità

 Una ricchezza dialogare nella diversità  QUO-236
17 ottobre 2024

La Chiesa locale, «parte del tutto», parte cioè della Chiesa universale all’interno della quale è «presente e operante», formata «a immagine» proprio di quel «tutto». Su questi temi si è concentrato il secondo Forum-teologico pastorale svoltosi ieri, 16 ottobre, presso il Pontificio Istituto Patristico Augustinianum, nell’ambito del Sinodo.

«La mutua relazione Chiesa locale-Chiesa universale» è stata al centro degli interventi moderati dalla professoressa Anna Rowlands, membro del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale e titolare della Cattedra St .Hilda in Pensiero e Pratica sociale cattolica presso l’Università di Durham, nel Regno Unito.

I relatori, padri e madri dell’assise, che si sono alternati nell’Aula Magna sono stati: i professori Antonio Autiero, sacerdote della diocesi di Napoli dal 1972 e insegnante di teologia morale prima alla Facoltà teologica della città partenopea e poi, dal 1983, all’Università di Bonn; Myriam Wijlens, teologa olandese, consultore della Segreteria generale del Sinodo, docente ordinaria di Diritto canonico presso l’Università di Erfurt, in Germania e, per il Dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani, vice-moderatrice della Commissione Fede e Ordine del WCC e della Commissione Internazionale Anglicana Romana Cattolica; Miguel de Salis Amaral, sacerdote portoghese, professore di teologia presso la Santa Croce, direttore del Centro di formazione sacerdotale del medesimo Ateneo e consulente teologico del Dicastero per le Cause dei santi; il cardinale Robert Francis Prevost, prefetto del Dicastero per i Vescovi.

Il porporato ha snodato il suo intervento a partire da due esperienze vissute personalmente. Durante la frequentazione di un corso sulla formazione dei pastori a Roma, istituito dall’allora “Sacra Congregazione dei vescovi” vi era una «insistenza sul ruolo del vescovo nell’aiutare i locali a guardare oltre i limiti della singola diocesi, allargando gli orizzonti, per promuovere la comprensione di cosa significa far parte della Chiesa», ha detto. L’episodio risaliva al 2011. Un altro riguardava sempre la formazione delle figure vescovili, stavolta in tempi più recenti: «I vescovi di Asia e Africa — ha raccontato il prefetto — frequentavano solitamente un corso separato, attraverso il Dicastero per l’evangelizzazione»; invece «quest’anno il corso è stato organizzato in stretta collaborazione tra i Dicasteri coinvolti, in modo che tutti si potessero incontrare».

Il cardinale agostiniano ha letto una valutazione fornita sul nuovo metodo di insegnamento, accolto con grande entusiasmo in quanto capace di offrire «un’esperienza della natura universale della Chiesa non riscontrabile in nessun altro formato». L’opportunità di sedersi con vescovi provenienti da ogni parte del mondo, «il solo fatto di potere dialogare» hanno reso l’apprendimento «degno di nota». Nella visione di Prevost, infatti, tali affermazioni forniscono «una chiara indicazione del tesoro che può essere rivelato quando ci sediamo insieme a persone provenienti da ogni parte del mondo».

Tale comunione all’interno della Chiesa è esplicitata dai saluti di san Paolo nelle sue lettere. Le Chiese locali non sono «semplici parti» di quella universale, che rappresenta «la somma di tutte». Ciò si avvera attraverso «l’essere misterioso» delle diverse comunità «nella loro ricchezza» riscontrabile proprio nelle diversità.

Da parte sua de Salis Amaral ha detto le relazioni si costruiscono proprio dalla dinamica incoraggiata dall’attuale Sinodo. Mentre Autiero ha notato come «la Chiesa locale, nelle sue articolazioni» rappresenti «il luogo dove» fare esperienza della «vita sinodale e missionaria della Chiesa tutta». L’intervento di Wijlens ha infine toccato le varie declinazioni di Consigli pastorali diocesani e parrocchiali, da una parte, e quelli plenari dall’altra. Ai primi «il popolo di Dio» chiede «molto di più, desidera che le norme canoniche li trasformino in veri e propri veicoli di una Chiesa sinodale, permettendo loro di partecipare all'ufficio regale di Cristo».

di Edoardo Giribaldi