L’alto numero di morti lungo la rotta Atlantica, le condizioni dei Rohingya e gli attraversamenti in aumento nel terreno «insidioso» del Darién Gap, tra Colombia e Panamá. Sono solo alcune delle emergenze migratorie per cui la Santa Sede ha espresso la propria preoccupazione, intervenendo in questi giorni con l’arcivescovo Ettore Balestrero, osservatore permanente presso le Nazioni Unite e le altre organizzazioni internazionali a Ginevra, al 75.mo comitato esecutivo del Programma dell’Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati. Nell’invocare una «risposta concreta» e il superamento di «ogni tentazione di indifferenza» di fronte a uno sfollamento oggi di «straordinaria portata», il capo delegazione della Santa Sede ha ricordato l’impegno della Chiesa a «lavorare instancabilmente» al fianco di migranti e rifugiati. Elogiati inoltre gli sforzi dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati per affrontare l’apolidia. Preoccupazione è stata al contempo dichiarata circa l’inclusione in documenti internazionali di un linguaggio «non consensuale» e di concetti che non hanno una definizione «concordata» nel diritto internazionale, per esempio riguardo ai termini di “genere” e “diversità”: la Santa Sede ha quindi espresso disaccordo e dissociazione.
17 ottobre 2024