L’anelito della piena unità

 L’anelito  della piena unità  QUO-232
12 ottobre 2024

Nella memoria liturgica di san Giovanni xxiii, che avviò il Concilio Vaticano ii l’11 ottobre 1962, evento che ha segnato l’ingresso ufficiale della Chiesa cattolica nel movimento ecumenico, Papa Francesco ha fatto risuonare ancora una volta l’anelito di piena unità tra le confessioni cristiane. E lo ha fatto nel silenzio e nell’omelia consegnata ieri sera, non pronunciata, alla fine della veglia ecumenica animata dalla Comunità di Taizé nella piazza dei Protomartiri Romani in Vaticano, insieme ai delegati fraterni partecipanti al Sinodo sulla sinodalità — che proprio da quel Concilio prende ispirazione —, ai fratelli e sorelle delle altre Chiese.

Quattro bambine e una donna con il grande Libro della Parola di Dio hanno guidato la breve processione aux flambeaux dall’Aula Paolo vi alla piazza dove campeggiava un grande crocifisso ligneo di san Damiano. Il calore tipico dei canoni di Taizé ha creato un’atmosfera di speciale, profonda e semplice intimità. Il coro di giovani della Comunità è stato soave e ha abbracciato tutti in un anelito di pace. Canto e parole si sono fusi in un mosaico di voci dal mondo.

Il cardinale Kurt Koch, prefetto del Dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani, ha introdotto la veglia ricordando i sessant’anni dalla pubblicazione della Costituzione dogmatica sulla Chiesa Lumen gentium e del Decreto sull’ecumenismo Unitatis redintegratio. Da questi due documenti sono state tratte le preghiere di lode e di intercessione, affidate a voci delle diverse confessioni e realtà ecumeniche: Patriarcato ecumenico, battisti, anglicani, Chiesa greco-ortodossa, Chiesa ortodossa siriaca del Malankara, luterani, pentecostali, Chiesa ortodossa di Serbia, metodisti, Chiesa apostolica armena, anabattisti (Mennonite World Conference), Chiesa ortodossa romena, Chiesa cristiana (Discepoli di Cristo), riformati, Chiesa copta. La Parola è stata tratta dal Libro del profeta Isaia ed è stato cantato il Salmo 122. E poi ancora l’invocazione, dal Vangelo di Giovanni, ad essere “una cosa sola” in Cristo.

È stata una sinfonia di lingue con le letture brevi — da parte di cinque donne — in cinese, portoghese, swahili, arabo, malayalam cui ha fatto seguito un lungo momento di silenzio. Tra le preghiere di intercessione, quella del pastore Luca Anziani, che si è fatto portavoce del desiderio che lo Spirito rinnovi la solidarietà per gli affamati, i malati, i carcerati, i migranti e per tutti coloro che hanno perso la speranza.

Alla supplica corale si sono unite Margaret Karram, presidente del Movimento dei Focolari, e Frère Alois, già priore della Comunità di Taizé.

Il Papa ha chiuso l’incontro recitando il Padre Nostro. Ai media vaticani, la teologa palestinese ha espresso quanto avesse nel cuore tutte le persone del Medio Oriente che in questo momento stanno soffrendo a motivo dei conflitti. «Sono sicura che la nostra preghiera, tutti uniti, con Chiese diverse, possa implorare la pace per tutti. Siete nel nostro cuore, noi continuiamo a seminare la pace e a costruire l’unità dappertutto, al di là di tutto».

di Antonella Palermo