«L’11 ottobre è una data simbolica che commemora l’anniversario dell’apertura del concilio Vaticano ii » avvenuta nel 1962. Con questo stile condiviso di memoria viva e di futuro, stamani a fare il punto dei lavori sul Sinodo con i giornalisti nel briefing nella Sala stampa della Santa Sede — iniziato alle 13.30 e introdotto dal vice direttore Cristiane Murray — sono stati Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la comunicazione e presidente della Commissione per l’informazione, e Sheila Pires, segretaria della stessa Commissione.
Dal pomeriggio di ieri, giovedì 10 ottobre, si lavora sul terzo Modulo che, come i precedenti, è stato introdotto dal cardinale relatore generale Jean-Claude Hollerich, ha riferito Pires. Erano 346 i presenti in Aula Paolo vi .
Il tema centrale del Modulo è la cura delle relazioni: in particolare, è stato affermato, «le relazioni nella Chiesa devono essere fondate su fiducia, trasparenza, coerenza». E «serve una formazione integrale per preparare testimoni della missione ecclesiale, come ha sottolineato il cardinale Hollerich, ricordando, tuttavia, che il discernimento ecclesiale è differente dalle tecniche manageriali». Insomma, c’è stato l’invito «a sviluppare processi decisionali partecipati e trasparenti all’interno della Chiesa», con la considerazione che «la valutazione regolare dell’operato di chi ha responsabilità è fondamentale».
La relazione del cardinale Hollerich, ieri pomeriggio, è stata preceduta dalla meditazione del cardinale eletto, padre Timothy Radcliffe.
In particolare, il domenicano — ha riferito Pires — «ha esplorato i processi di trasformazione della Chiesa attraverso la pagina evangelica di Gesù che incontra la donna cananea. Il silenzio di Gesù è visto come un momento di ascolto profondo». E proprio «questo silenzio rappresenta un’opportunità per la Chiesa di confrontarsi con interrogativi complessi e di accogliere le grida di chi cerca aiuto».
Inoltre «padre Radcliffe ha invitato a riflettere su interrogativi fondamentali, come la relazione tra uguaglianza e differenza e il ruolo della Chiesa come comunità di battezzati con gerarchie, vocazioni e ruoli diversi. Questi interrogativi — ha fatto presente la segretaria della Commissione per l’informazione — richiedono una convivenza attenta e una preghiera continua, piuttosto che risposte semplicistiche e immediate». E così «la risposta di Gesù — “Ti sia fatto come desideri” — è un segno di apertura e inclusione, e mostra la creatività divina nel superare le barriere e nell’accogliere l’identità, lo sguardo di chi è diverso, sono state le parole» del frate predicatore.
Questa mattina, venerdì 11, dopo la preghiera — ha quindi affermato Ruffini — è proseguita e terminata la discussione nei circoli minori, già iniziata ieri dopo la relazione introduttiva del cardinale relatore generale. In Aula erano presenti in 341. Oggi pomeriggio saranno presentate le relazioni dei tavoli linguistici. Dopo la votazione dell’Agenda per la discussione, seguiranno gli interventi liberi.
Stasera, alle 19, i membri del Sinodo parteciperanno alla veglia ecumenica che si svolgerà in Vaticano — «in presenza del Santo Padre» ha detto il prefetto — nella piazza dei Protomartiri romani.
Prenderanno parte alla veglia i delegati fraterni presenti al Sinodo e anche rappresentanti di varie Chiese che risiedono Roma, «luogo dove l’unità dei cristiani si vive già» ha fatto presente Ruffini. Inoltre, ha concluso, «in associazione con la celebrazione in Vaticano, sono state organizzate preghiere locali in 80 luoghi diversi in tutti i continenti».