08 ottobre 2024
Nella famiglia numerosa della mia infanzia e prima giovinezza c’erano molte donne. Madre, nonna, zia, zia vedova, cameriera da sempre convivente. Tutte, ma proprio tutte, andando a messa portavano sul capo quella che chiamavano «la veletta».
Era a forma di triangolo o rettangolo, di sottilissimo pizzo, un velo che mi incantava per la trama impalpabile e i ramages del ricamo, fili di seta tono su tono intessuti sul tulle.
Le velette erano rigorosamente nere per le vedove (nonna e zia Gelsomina), grigio perla per la zia Ida, crema per mia madre, marrone chiaro per la cameriera. Rientrate dalla chiesa riponevano, ben piegate, le velette nei loro cassetti del comò. Talvolta ne venivano usate di pallido viola in tempo di quaresima o blu scuro, che è pur sempre colore mariano.
Già indicato dalla prima lettera ...
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