
«O Regina della pace... Converti gli animi di chi alimenta l’odio, silenzia il rumore delle armi che generano morte, spegni la violenza che cova nel cuore dell’uomo e ispira progetti di pace nell’agire di chi governa le Nazioni». Tra le dita di Francesco scorrono uno ad uno i grani della coroncina nera, poggiata sulla talare bianca. Prega, il Papa, seduto su un palchetto rosso — lo stesso usato per tante altre celebrazioni a Santa Maria Maggiore — davanti all’immagine della Vergine Salus Populi Romani, posta su un altare ornato di fiori.
Dalla effigie mariana, che la tradizione vuole dipinta da san Luca e che il popolo dell’Urbe venera come patrona, il Pontefice argentino si è recato a pregare per oltre 150 volte in questi anni, affidandole viaggi, operazioni chirurgiche, momenti forti del pontificato. Ieri è tornato a rivolgersi a Lei chiedendo l’intercessione per un mondo che sembra aver smarrito «il senso della fraternità».
Come lo scorso anno per la veglia a San Pietro — sempre nel pieno dei lavori del Sinodo — dall’evocativo titolo Pacem in Terris, citazione e celebrazione dell’enciclica di Giovanni xxiii che nel 2023 ha compiuto sessant’anni, anche quest’anno Papa Bergoglio ha chiamato a raccolta padri e madri sinodali insieme a fedeli di Roma per stringersi in una preghiera comune davanti a un mondo devastato dai conflitti.
Al contrario però dello scorso anno, quando la guerra era appena deflagrata in Medio Oriente, lo scenario attuale è di un possibile baratro con l’allargarsi delle violenze e delle tensioni tra Palestina, Israele, Iran, Libano. Quelle per cui, all’Angelus, Francesco ha detto “basta”, domandando un cessate il fuoco immediato «su tutti i fronti».
Una preghiera-appello che il Vescovo di Roma ha reiterato nel pomeriggio a Santa Maria Maggiore nel breve discorso pronunciato dopo la recita delle decine del rosario, alla presenza anche dei membri della Curia romana e del Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. E anche di centinaia di fedeli riuniti all’esterno, sul sagrato della Basilica liberiana, che hanno recitato ad alta voce gli Ave Maria sotto un cielo terso.
All’interno, invece, nella penombra delle candele e dei fari che illuminavano mosaici e affreschi, il Papa ha guidato la preghiera, scandita dalla lettura dei Misteri gloriosi da parte di laici e di coppie, dalle Litanie del coro, da un generale silenzio, interrotto solo dal pianto di una neonata in braccio alla mamma.
A Santa Maria Maggiore il Papa è arrivato in anticipo, passando dalla navata centrale. Subito ha accarezzato una ragazzina e ha salutato i fedeli rapidamente. Un bambino e una bambina si sono avvicinati a lui per porgergli un cero e una corona di fiori. Francesco li ha posti ai piedi della Salus Populi Romani, soffermandosi da solo in silenzio per qualche istante. Lo stesso ha fatto al termine del rosario, durante il canto del Salve Regina, prima di uscire dalla basilica e fare un saluto al gruppo di persone che nella piazza lo hanno atteso pregando insieme a lui.
di Salvatore Cernuzio