Costruire ponti per dialogare con le diverse culture
La Chiesa deve costruire ponti ed essere essa stessa ponte, per questo occorre avere attenzione per le diverse culture e religioni, coltivare il dialogo e la sinodalità. Il cardinale indiano Oswald Gracias, arcivescovo di Bombay, membro del consiglio ordinario della Segreteria del Sinodo e anche del Consiglio dei cardinali, il gruppo di lavoro che Francesco ha istituito all’inizio del suo pontificato per essere coadiuvato nel governo della Chiesa, non ha dubbi, e al briefing di oggi, per l’aggiornamento sui lavori della Seconda sessione della xvi Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi, nella Sala stampa della Santa Sede, ha sottolineato che per avanzare nella sinodalità non si può fare a meno dell’interculturalità.
D’altronde dopo il Concilio Vaticano ii , ha aggiunto, l’accettazione e il rispetto dell’altro sono concetti ampiamente consolidati. Il porporato ha portato l’esempio del cammino sinodale in Asia, dove nel 2022 un’assemblea ha affrontato i temi oggi in discussione al Sinodo, rilevando la necessità di rinnovare la pastorale.
Nel continente ci sono stati incontri fino al 2023, poi duecento vescovi si sono riuniti e hanno discusso di rispetto delle religioni, dei movimenti laicali, della consacrazione battesimale di ogni singolo individuo. Circa i rapporti con le altre fedi è anche cambiato il modo in cui ci si relaziona, «non le chiamiamo più altre religioni, ma religioni vicine» ha aggiunto il porporato insistendo sul fatto che occorre lavorare insieme.
I vescovi asiatici hanno anche preso atto dell’importanza del mondo digitale e nel Sinodo vedono una prosecuzione del loro lavoro. «Sono sicuro che le cose andranno sempre meglio — ha detto il porporato — e che ci sarà più fratellanza e amore per la Chiesa».
Monsignor Gintaras Grušas, presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali europee e arcivescovo di Vilnius, si è soffermato invece su come è stata vissuta nella mattinata nell’assemblea sinodale la giornata di preghiera e digiuno per la pace nel mondo voluta dal Papa. Al Sinodo la vicinanza verso quanti stanno vivendo le sofferenze e le difficoltà causate dalla guerra, come ad esempio in Medio Oriente e in Ucraina, fa sperimentare «che siamo tutti un’unica famiglia — ha spiegato —; un’unica famiglia che prega per la pace e l’unità».
«Avere un dialogo è la nostra missione» ha rimarcato il presule che ha evidenziato la necessità di rafforzare i legami tra le Chiese, soprattutto con quelle che vivono momenti di difficoltà.
Nel Sinodo sta crescendo l’ascolto reciproco, ha osservato suor Mary Teresa Barron, presidente dell’Unione internazionale delle superiore generali che ritiene migliorata la capacità di ascoltarsi l’un l’altro la quale consente un maggiore discernimento sulle convinzioni altrui. E ascoltare porta anche ad avvicinarsi agli esclusi, agli emarginati. Un altro passo sinodale cui si affianca l’iniziativa della Uisg che dal settembre 2023 ha un ufficio dedicato alla sinodalità con un gruppo interculturale, che punta a dare priorità all’ascolto, alle relazioni, per costruirne di migliori.
L’intenzione è, soprattutto, di aiutare le periferie, ha precisato la religiosa, per questo si è lavorato in particolare su come proseguire il cammino della sinodalità in Siria, Libano, Russia, Ucraina, Vietnam, Myanmar e Indonesia. A suor Barron è stato chiesto quale spazio oggi possono avere le donne nella Chiesa: «ci sono tante possibilità e opportunità di leadership ma bisogna esplorarle, valutarle». Dipende anche dalla prassi, perché in alcuni Paesi ci possono essere donne leader nella Chiesa e in altri no, ha specificato, ma non si guarda al ministero ordinato. E se è vero che ci sono donne che sentono la vocazione al sacerdozio, in questo ambito si toccano temi più ampi come quello della chiamata dello Spirito Santo ai ministeri che non è in agenda in questo Sinodo.
Ma la donna è al centro dell’attenzione nella Chiesa, ha fatto notare il cardinale Gracias, riferendo che negli ultimi tre consigli dei cardinali si è parlato del ruolo della donna nella Chiesa dal punto di vista teologico e pastorale.
Sono state poi poste domande sul gruppo di studio riguardo alle nomine dei vescovi e il cardinale Gracias ha chiarito che ci sono due gruppi sui vescovi, uno sul ruolo del vescovo, l’altro sul processo di nomina. «La figura del vescovo è fondamentale per la Chiesa e la sua nomina dovrebbe essere fatta nel modo migliore» ha affermato il porporato informando che i due gruppi hanno cominciato a collaborare per questo ambito così vitale e importante per la Chiesa.
di Tiziana Campisi