In vista della giornata di preghiera e penitenza indetta da Papa Francesco, il patriarca Pizzaballa ripercorre l’anno di guerra, di sofferenza e di paura cominciato con i tragici fatti del 7 ottobre 2023

Invocazione di pace
per tutta l’umanità

top2.jpg
05 ottobre 2024

Raccogliendo l’appello del Papa, le comunità cristiane del mondo intero sono esortate a unirsi alla preghiera del Rosario di domenica 6 ottobre e a vivere la giornata di preghiera e di digiuno del 7 ottobre, primo anniversario dell’attacco dei terroristi di Hamas a Israele che ha originato il conflitto in corso in Medio Oriente. Il 26 settembre, in una lettera inviata alla diocesi, anche il patriarca di Gerusalemme dei Latini, cardinale Pierbattista Pizzaballa, ha invitato i fedeli a «una giornata di preghiera, digiuno e penitenza, per il giorno 7 ottobre, data diventata simbolica del dramma che stiamo vivendo»; perché «anche noi abbiamo bisogno di pregare, di portare a Dio il nostro dolore e il nostro desiderio di pace. Abbiamo bisogno di convertirci, di fare penitenza, di implorare perdono». Intervistato dal nostro giornale, Pizzaballa ripercorre i tragici fatti dalla prospettiva della Terra Santa, descrive il dolore delle popolazioni, non nasconde le speranze finora vane di una soluzione pacifica a una guerra che, partita da Gaza, si è tuttavia adesso estesa al Libano. Se la missione della Chiesa è di stare, sempre e comunque, dalla parte di chi soffre, essa non può non sollecitare la comunità internazionale — afferma il patriarca — a compiere ogni sforzo possibile per avvicinare le parti in causa e condurre un giorno, attraverso nuove leadership e visioni, a un futuro duraturo di convivenza.

L'intervista al cardinale Pierbattista Pizzaballa
di Roberto Cetera