Bailamme

Ottobre: il sogno del seme

 Ottobre: il sogno del seme  QUO-225
04 ottobre 2024

Ottobre, l’autunno ha preso ormai la scena. Qualche propaggine dell’estate ancora si affaccia, ma tutto sta cambiando, i colori innanzitutto, la luce. Il sole ad ottobre diventa più raro, più prezioso al punto che il romanziere Nathaniel Hawthorne confessa «non posso sopportare di perdere qualcosa di così prezioso come il sole d’ottobre rimanendo in casa. Così ho trascorso quasi tutte le ore di luce nel cielo aperto».

Il nome del mese deriva dal latino october, perché era l’ottavo mese del calendario romano, che incominciava con il mese di marzo. I nomi dei mesi, come abbiamo visto, tendono ad essere modificati, manipolati, e anche ottobre non fa eccezione: l’imperatore Commodo operò una riforma in base alla quale il mese assumeva uno dei suoi titoli, Invictus, ma dopo la sua morte la riforma fu abbandonata. Interessante invece i nomi dei due mesi che si spartirono ottobre secondo il calendario rivoluzionario francese: Vendemmiaio e Brumaio che già danno indicazioni su questo mese che secondo il poeta Attilio Bertolucci: «è il caro mese dell’anno quando / più dolci nubi il cielo del mattino / attraversano, e il passo di chi parte / trova foglie più fitte nel sentiero / che s’allontana».

Il sentiero della vita sembra allontanarsi, subentra l’ombra che ricorda tanto la morte e ottobre diventa quindi un momento di passaggio, di commiato: «L’estate ha due Inizi / Inizia una volta in giugno / Inizia in ottobre Coinvolgendo di nuovo / Senza Chiasso, forse, / Ma più nitida per la Grazia / Com’è più bello l’andarsene / Che il restare di un Volto / Si accomiata poi / per sempre / Per sempre / fino a maggio»

Così canta Emily Dickinson a cui fa eco Cristina Campo: «Si ripiegano i bianchi abiti estivi / e tu discendi sulla meridiana, / dolce Ottobre, e sui nidi. / E mentre indugia tiepida la rosa / l’amara bacca già stilla il sapore / dei sorridenti addii».

Si tratta di un addio, ma sorridente. Perché la vita sembra sospesa, in autunno pare inabissarsi e sparire ma non per sempre, anzi per ritornare prepotente. Lo scendere “sotterra” è un gesto ricco di vita, non di morte, è una semina. A ottobre quindi resta la forza del sogno, della promessa, come intuisce la filastrocca di Gianni Rodari: «Ottobre seminatore: / in terra il seme sogna il fiore, / sotterra il buio germoglio sa / che il sole domani lo scalderà». (andrea monda)

di Andrea Monda