Chi si occuperà di sollevare o di sistemare per noi il fardello delle cose inutili? Di smaltire la spazzatura dell’uomo postmoderno? Nemmeno la gravità ci salva, perché i rifiuti dell’umanità galleggiano sul pianeta rischiando di nascondere la bellezza dell’universo agli occhi dell’uomo.
Come può l’umanità privarsi della bellezza che la circonda? La misteriosa bellezza che è la profondità dell’esistenza e che deve ancora essere pienamente scoperta. Si dice che arriverà il momento in cui la spazzatura ci nasconderà alla vista anche le stelle a causa del crescente numero di satelliti rotti che fluttuano intorno alla Terra. Stiamo per perdere di vista l’universo.
È la mancanza di temperanza che fa sì che l’uomo postmoderno faccia tutto in eccesso, creando questo spreco che opprime tutti i nostri sensi, togliendoci il diritto all’aria fresca e all’acqua fresca, il diritto a una nuova vita per coloro che non sono ancora nati. L’uomo postmoderno non ha prestato ascolto all’antica saggezza: “Non fare nulla di eccessivo” (Socrate). Ed eccoci qui che guardiamo satelliti rotti, desiderando il sapore del pane vero.
Lo spreco è dappertutto: nella tecnologia, nel cibo, nel tempo e nella vita stessa. La grande quantità di rifiuti è una testimonianza dell’assenza degli altri, altri che potrebbero usufruire di quanto abbiamo in eccesso: tecnologia, cibo, tempo… Non riusciamo a vedere questo vuoto che abbiamo creato perché non abbiamo tempo, ma lo percepiamo, è diventato parte della nostra vita. Ci brucia. Più sprechiamo, più ci sentiamo vuoti e più abbiamo aumentato la povertà dei nostri fratelli e delle nostre sorelle. Il vuoto dell’uomo postmoderno è la mancanza del suo prossimo. I fardelli vuoti ci soffocano perché abbiamo sprecato i beni degli altri.
Cosa fare ora con tutti questi rifiuti che ci soffocano e toccano tutti i nostri sensi? Da quando Dante pensava che l’inferno fosse un lago ghiacciato, il postmodernismo ha prodotto il riscaldamento globale per renderlo confortevole.
Nella nostra comunità, le persone che non hanno comfort sono quelle che non possiedono nulla. Alcuni di loro dormono all’aperto a Toronto, sia in inverno che in estate. Anche a meno 20 gradi camminano per le strade, perché in qualche modo dentro di loro sono al caldo. Poiché non hanno nulla, trovano valore e bellezza nelle cose che sprechiamo. In Canada esiste un programma di riciclo degli scarti che paga 10 centesimi per ogni una lattina di alluminio usata. Bob, da quando ha perso il suo lavoro regolare nell’edilizia a causa di una ferita alla testa, lavora duramente frugando tra i rifiuti della gente alla ricerca di lattine di alluminio. “Questa settimana ho guadagnato 16 dollari. Mi sono fatto il sedere tutta la notte”. È felice e il suo viso risplende. Ha solo paura che un’altra persona possa rubargli le borse mentre fa colazione. Per questo mangia di fretta ogni mattina. Nemmeno il fatto che non si possa comprare nulla con i soldi che ha guadagnato gli toglie la gioia di una dura notte di lavoro. “Sai quanto costano le cose al giorno d’oggi? Per 20 dollari ho preso una limonata, un pane meraviglioso e un barattolo di marmellata. Capisci? Ho recuperato solo un paio di monete”. Per guadagnare 20 dollari, Bob deve raccogliere 1800 lattine svuotate dai suoi vicini.
Hector è diverso, non dà un prezzo alle cose che trova di notte per strada. Le raccoglie e le abbellisce. È un artista e crea cose dal nulla, piccoli pezzi di filo di ferro, accendini di plastica che lucida in forme diverse per tutta la notte. Luci buttate via che lui ripara e ci porta a riflettere sul significato dei loro colori.
Velva è un’artista diversa. È una donna anziana, istruita e in pensione, che vive in una piccola unità abitativa. Ha iniziato a visitare tutti i centri di accoglienza di Toronto perché le manca il cibo. È stata una pittrice surrealista per tutta la vita, ma ha perso la gioia di dipingere e ha smesso. Diventando povera e camminando per strada, ha ritrovato la gioia per l’arte. Ha iniziato a pensare a un’arte semplice per riflettere la bellezza delle piccole cose, come la farfalla. Ha scoperto una nuova tecnica pittorica: schizzi casuali di vernice nera sulla carta bianca, dopo aver cercato immagini e forme per descrivere la realtà. “Non devi fare molto. Forse qualche volta una linea qua e là per ingrandire l’immagine. Tuttavia, è necessario avere occhio per questo. Vedete questo? Questa è l’Ascensione. È quello che mi è venuto in mente dopo aver unito i puntini e averli riempiti di colore”.
È vero, è il nostro occhio che ha bisogno di essere pulito per primo. Così possiamo vedere il senso e la speranza nel vuoto che abbiamo creato. Diventando povero, l’uomo ha potuto vedere nel vuoto della postmodernità che la risurrezione non può essere sprecata, perché i poveri si lasciano abbracciare da essa. Essi ci insegnano che il cambiamento del cuore è possibile nell’immensità dello spreco che ci opprime. È vicino a noi, nel nostro cuore e sulle nostre labbra. L’uomo postmoderno è diventato povero a causa delle molte cose di cui si è privato, come il cibo fresco o la gioia di vivere. Tuttavia, questa povertà potrebbe essere l’inizio di una nuova vita. A patto che siamo disposti ad ascoltare coloro che hanno già trovato pace, senso e gioia in essa.
di Nicolaie Atitienei *
* St. John the Compassionate Mission, Toronto