Ieri sera l’incontro presso la nunziatura di Bruxelles

La vicinanza del Papa
alle vittime di abusi

 La vicinanza del Papa  alle vittime di abusi   QUO-220
28 settembre 2024

Vicinanza, ascolto, vergogna: questi i sentimenti espressi nella serata di ieri, venerdì 27 settembre, da Papa Francesco durante l’incontro con alcune vittime di abusi, avvenuto presso la rappresentanza pontificia di Bruxelles. Ne ha dato notizia la Sala stampa della Santa Sede.

«Al suo rientro in nunziatura — si legge in una nota diffusa ieri sera —, Papa Francesco ha incontrato 17 persone, vittime di abuso da parte di membri del clero in Belgio. Nel corso dell’incontro — prosegue —, durato più di due ore, i partecipanti hanno potuto portare al Papa la propria storia e il proprio dolore ed espresso le proprie attese riguardo l’impegno della Chiesa contro gli abusi».

La nota continua informando che il Pontefice «ha potuto ascoltare e avvicinarsi alla loro sofferenza, ha espresso gratitudine per il loro coraggio, e il sentimento di vergogna per quanto da loro sofferto da piccoli a causa dei sacerdoti a cui erano affidati, prendendo nota delle richieste a lui rivolte per poterle studiare». L’incontro è terminato poco prima delle 21.

Il tema degli abusi — di rilievo in questo 46° viaggio apostolico internazionale — era stato affrontato dal Pontefice già nella mattinata di ieri, nel corso dell’incontro con le autorità e la società civile del Belgio, svoltosi nel Castello di Laeken. Nell’occasione Francesco aveva denunciato con fermezza il crimine e la piaga degli abusi, ripetendo più volte la parola «vergogna» e ribadendo la necessità, per la Chiesa, di «chiedere perdono».

Allo stesso modo, il vescovo di Roma si era detto «rattristato» anche dal fenomeno delle “adozioni forzate”, avvenute in Belgio tra gli anni ’50 e ’70 del 1900. «Spinose storie» — le aveva definite — di madri non sposate alle quali veniva tolto il figlio per darlo in adozione, con l’obiettivo di cancellare «lo stigma negativo» che a quei tempi colpiva le donne non coniugate. Tale fenomeno, aveva detto il Papa, mescolava in sé «l’amaro frutto di un reato e di un crimine con ciò che era purtroppo l’esito di una mentalità diffusa in tutti gli strati della società». Di qui, il monito affinché la Chiesa «trovi sempre in sé la forza per fare chiarezza».