Il 45° viaggio apostolico di Papa Francesco - Indonesia
I sofferenti sono i “tesori”
Nella tarda mattinata di oggi, giovedì 5 settembre, Papa Francesco ha incontrato gli assistiti dalle realtà caritative indonesiane presso la sede della Conferenza episcopale nazionale a Jakarta. Proveniente dalla moschea Istiqlal, il Pontefice è giunto in automobile nella struttura distante poco meno di cinque chilometri. Rispondendo al saluto del presidente dei vescovi del Paese asiatico e alla condivisione delle testimonianze di due giovani, il Papa ha rivolto ai presenti il seguente saluto.
Carissimi fratelli e sorelle, buongiorno!
Sono molto contento di incontrarvi. Saluto tutti voi, in particolare il presidente della Conferenza episcopale indonesiana, che ringrazio per le parole che mi ha rivolto. Ringrazio anche Mimi e Andrew per ciò che hanno condiviso. È molto bello che i vescovi indonesiani abbiano scelto di celebrare i 100 anni della loro Conferenza nazionale con voi. Grazie, grazie! Grazie a voi per questa scelta. Grazie, Presidente! Si vede che il tuo spirito certosino ci aiuta a fare queste cose.
Voi siete piccole stelle luminose nel cielo di questo arcipelago, le membra più preziose di questa Chiesa, i suoi “tesori”, come fin dai primi secoli del cristianesimo insegnava il diacono martire San Lorenzo. E in proposito voglio sottolineare che condivido pienamente ciò che ha detto Mimi: Dio ha creato gli esseri umani con capacità uniche per arricchire la diversità del nostro mondo — sei stata brava, Mimi, grazie! —; e lei stessa ce lo ha dimostrato parlandoci in modo meraviglioso di Gesù, “nostro faro di speranza”. Grazie per questo!
Affrontare insieme le difficoltà, fare tutti del nostro meglio portando ognuno il proprio contributo irripetibile, ci arricchisce e ci aiuta a scoprire giorno per giorno quanto vale il nostro stare insieme, nel mondo, nella Chiesa, in famiglia, come ci ha ricordato Andrew, al quale facciamo anche i complimenti per la sua partecipazione ai Giochi Paralimpici: bravo! Facciamo un bell’applauso ad Andrew. E facciamone uno anche a tutti noi, chiamati a diventare insieme campioni dell’amore nelle grandi olimpiadi della vita. Un applauso a tutti noi!
Carissimi, tutti abbiamo bisogno gli uni degli altri, e questo non è un male. Ci aiuta, infatti, a capire sempre meglio che l’amore è la cosa più importante della nostra esistenza (cfr. 1 Cor 13,13), ad accorgerci di quante persone buone ci sono attorno a noi. Ci ricorda, poi, quanto il Signore ci vuole bene, a tutti, al di là di qualsiasi limite e difficoltà. Ciascuno di noi è unico ai suoi occhi, agli occhi del Signore, e Lui non si dimentica mai di noi, mai. Ricordiamolo, per tenere viva la nostra speranza e per impegnarci a nostra volta, senza mai stancarci, a fare della nostra vita un dono per gli altri (cfr. Gv 15, 12-13).
Grazie! Grazie per questo incontro e per quello che voi fate, tutti insieme. Vi benedico e prego per voi. E per favore, anche voi non dimenticatevi di pregare per me. Grazie. Oggi vorrei fare gli auguri a quella mamma che non è potuta venire, è a letto, ma oggi compie 87 anni. Le mandiamo gli auguri, da qui, tutti insieme.