La tregua olimpica che accompagna lo svolgimento dei Giochi paralimpici è la dimostrazione più forte riguardo l’impatto che lo sport può avere sui processi di pace e sulla vita dei popoli. Lo sport è, sin dall’antichità, veicolo di pace e fratellanza e strumento di dialogo. Un messaggio universale che si rinnova ogni qualvolta, su un campo di gioco, si ritrovano atlete e atleti provenienti da diverse parti del mondo.
Lo sport è riconoscimento dell’altro, rispetto, solidarietà, condivisione di quei valori che sono a suo fondamento: la lealtà, lo spirito di squadra, l’inclusione. Sono tante e celebri le storie di sport legate indissolubilmente alla storia dell’umanità, quella con la esse maiuscola. Basti pensare alla «diplomazia del ping pong» che aprì nel 1972 al dialogo fra Stati Uniti d’America e Cina, alla prima partecipazione a Rio de Janeiro 2016 di un team dei rifugiati o alla sfilata delle due Coree sotto un’unica bandiera in occasione della cerimonia inaugurale dei Giochi olimpici invernali di PyeongChang 2018.
Ma in molte occasioni lo sport e i Giochi sono stati utilizzati come megafono di messaggi di odio e di divisione. Un rischio sempre presente per un evento di dimensione planetaria.
Ai Giochi paralimpici invernali di Pechino 2022 l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia avvenne durante la tregua olimpica. I Giochi si svolsero in un clima surreale. Gli organismi sportivi internazionali furono costretti a occuparsi di aspetti politici e a prendere decisioni difficili. L’ombra della guerra si proiettò anche su un evento che avrebbe dovuto rappresentare una festa per un’umanità proprio mentre provava a ritrovarsi dopo gli anni bui della pandemia. I Giochi non sono questo.
I Giochi rappresentano, invece, non solo l’evento spor- tivo agonistico più importante del mondo, il sogno per ogni atleta, ma una straordinaria occasione per inviare un mes- saggio universale di pace, di inclusione, di amicizia fra le persone. Le Paralimpiadi sono l’occasione per riaffermare quanto importante può essere lo sport nella vita di ciascuno non solo come strumento di benessere, ma anche come opportunità di crescita sociale e civile.
Alle Paralimpiadi di Parigi partecipiamo tutti con la speranza di ottenere un ottimo risultato sportivo, ma soprattutto per gettare un seme per la costruzione di una società sempre più giusta, più equa, più solidale che ponga al centro il pieno diritto di cittadinanza di ogni individuo, nessuno escluso.
* Presidente del Comitato italiano paralimpico, membro del Comitato internazionale paralimpico
di Luca Pancalli*