Avevamo chiuso il Bailamme dedicato al mese di luglio accennando all’uso della propaganda politica che arriva anche a “ribattezzare” i mesi, cioè il tempo, e agosto ne è la perfetta conferma. Anticamente questo, che non era l’ottavo ma il sesto mese, si chiamava appunto Sextilis, ma poi fu rinominato Augustus nell’8 avanti Cristo in onore dell’imperatore Ottaviano Augusto. Il Senato romano tra l’altro gli aggiunse un giorno, levandolo a febbraio, per renderlo della lunghezza uguale a luglio dedicato a Giulio Cesare, tra parenti meglio non fare differenze e discriminazioni.
Agosto è il vero mese delle vacanze, delle ferie, da cui la parola “Ferragosto”, il periodo in cui ci si prende una pausa dal lavoro e chi può, parte andando via dal luogo di dove si vive. Agosto uguale vacanza dunque, in Italia soprattutto come osserva il romanziere Gabriel García Márquez secondo il quale «in Italia nel mese d’agosto, persino Dio è in vacanza». Una vacanza che è anche “vacua”, pesante del suo “vuoto”, sempre Garcia Marquez scrive «Ricordai agosto, quelle sere lunghe e attonite in cui ci lasciavamo morire sotto il peso dell’ora, con i vestiti appiccicati al corpo per il sudore, mentre sentivamo fuori il ronzio insistente e sordo dell’ora che mai trascorreva».
Vacuità o pienezza? È il dilemma di questo mese sul quale vale l’annotazione di Charles Dickens, «Non c’è un mese in tutto l’anno in cui la natura si adorni di più bella veste come nel mese di agosto». È il mese del sole, del solleone, ma anche quello in cui il sole comincia, di nuovo, a tramontare prima. Ecco perché, si dice che «agosto annunzia l’inverno».
Forse tutti i mesi sono degli araldi, hanno una notizia da annunciare. Da questo punto di vista il giorno cruciale di questo mese estivo non è un giorno ma una notte, quella a cavallo tra il 10 e l’11, la famosa notte di san Lorenzo, quando tutti alziamo la testa e guardiamo il cielo per scrutare gli astri, emozionandoci se cogliamo le rapide parabole delle stelle cadenti e magari esprimendo un desiderio. Siamo nati per vedere le stelle, diceva Flaubert, anche ad agosto, il mese del grande sole perché le stelle ci sono e “cadono” sempre, pure di giorno, nonostante il sole.
di Andrea Monda