31 luglio 2024
«Medito su di te nelle veglie notturne» (Salmi, 63, 7). Il locutore di questo poema — da identificare con il re Davide, secondo il titolo (v. 1) — descrive la propria condizione come quella di un esule: collocato in un deserto «arido e senz’acqua» (v. 2), ricorda e agogna di poter gioire ancora della presenza di Dio nel tempio (v. 3). La condizione fisica dell’orante è lo specchio di quella interiore: è lui stesso a essere arido e deserto perché l’acqua della presenza divina gli manca. In questa situazione è il desiderio il motore della preghiera, desiderio di dissetarsi (v. 2) e saziarsi (v. 6) di Dio e della sua lode. Nella notte il desiderio e la preghiera prendono la forma del ricordo e della meditazione, quella notte in cui le sofferenze e i pensieri si amplificano (cfr. Salmi, 6, ...
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