«Non dimentichiamo gli anziani! E un applauso a tutti i nonni, a tutti!»: batte egli stesso le mani Papa Francesco, ricordando al termine dell’Angelus la Giornata mondiale dei nonni e degli anziani giunta quest’anno alla quarta edizione. Dal 2021, quando è stata istituita, la ricorrenza anima le diocesi del mondo ogni quarta domenica di luglio, in prossimità della memoria liturgica dei santi Gioacchino ed Anna, i «nonni» di Gesù. Il tema di quest’anno è tratto dal Salmo 71, versetto 9: «Nella vecchiaia non abbandonarmi».
A Roma la messa
del vescovo Gervasi
Ad accompagnare all’appuntamento le Chiese locali, con un apposito sussidio pastorale, è il Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, promotore della Giornata. L’invito rivolto a ogni comunità diocesana, parrocchiale e realtà ecclesiale è di celebrare una liturgia solenne insieme a nonni ed anziani e visitare i più soli tra questi dedicando loro tempo e presenza: anche quest’anno a quanti hanno preso parte all’avvenimento con uno di questi gesti significativi è stata concessa l’indulgenza plenaria mediante un decreto della Penitenzieria apostolica.
A Roma ha presieduto la messa nella chiesa di San Gioacchino in Prati il vescovo ausiliare Dario Gervasi, delegato per la cura delle età e della vita. Nell’omelia il presule è subito entrato nel vivo del tema dell’abbandono, facendo riferimento a quanto scritto da Papa Francesco nel suo messaggio in occasione della Giornata 2024: «Dio non abbandona i suoi figli, mai. Nemmeno quando l’età avanza e le forze declinano, quando i capelli imbiancano e il ruolo sociale viene meno, quando la vita diventa meno produttiva e rischia di sembrare inutile» ha spiegato. E riallacciandosi al Vangelo del giorno ha sottolineato che «quello della moltiplicazione dei pani e dei pesci è uno dei miracoli che più colpirono i contemporanei di Gesù. C’era una grande folla, trovare da mangiare sembrava impossibile e poteva essere un’occasione per mormorare: “Questo maestro parla parla, ma quando c’è bisogno di aiuto ci lascia in difficoltà”. La domanda che Gesù pone a Filippo — “Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?” — fa emergere in fondo un’altra domanda: “Ti fidi di me? Ti fidi della Parola che ho annunciato?”» ha proseguito Gervasi.
Questa domanda, ha rimarcato il celebrante, «oggi è rivolta a noi! In una società dove tutto è calcolato, dove sembra che devi guadagnarti ogni cosa e nulla viene regalato; in una società in cui chi non produce è considerato un peso, uno scarto, e dove sembra che contano solo le cose fatte con le proprie forze, oggi Gesù ripropone a noi la domanda fatta all’apostolo Filippo: “Credi ancora che io possa moltiplicare il pane? Credi in questo miracolo o pensi solo di contare sulle tue forze, come non essere abbandonato perché considerato inutile?” Ebbene con grande forza oggi — ha esortato — ridiciamo il nostro “Sì”, io credo! Credo che la vita non si basa solo su quello che programmiamo noi, non si basa solo su logiche e i calcoli umani... crediamo ancora fermamente che Gesù continua a moltiplicare il suo Pane di vita, continua a non abbandonare i suoi figli».
Le intenzioni
di preghiera
Alla preghiera dei fedeli sono state elevate, tra le altre, intenzioni «per quanti soffrono a causa della guerra e della violenza, perché cessi ogni conflitto e trionfino la riconciliazione e la pace tra i popoli»; «per i nonni e le nonne», affinché «la loro esperienza sia tesoro da coltivare per le generazioni»; e «per tutti gli anziani, perché non si sentano mai soli e abbandonati ed oltre la dovuta assistenza possano godere di una dignitosa esistenza circondati dall’amore dei propri figli e nipoti».