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«Mentre la pace nel mondo è seriamente minacciata, auspico vivamente che tutti rispettino la tregua olimpica, nella speranza di risolvere i conflitti e ripristinare la concordia. Che Dio illumini le coscienze di coloro che sono al potere». Papa Francesco, sull’account @Pontifex, rilancia l’appello per la pace proprio alla viglia della cerimonia di apertura dei Giochi olimpici a Parigi.
E a sostenere la proposta del Pontefice per arrivare alla pace anche attraverso l’esperienza sportiva c’è Athletica Vaticana la sua squadra. «Costruire relazioni di pace per vincere insieme la medaglia della fraternità» è lo stile sportivo che la comunità dell’associazione polisportiva della Santa Sede propone, in una lettera aperta, alle atlete e agli atleti che partecipano alle Olimpiadi.
«Amica e amico atleta, a Parigi si aprono domani i Giochi olimpici che devono fare i conti con guerre, tensioni e ingiustizie — anche a riflettori spenti — su scala mondiale: la proposta della tregua olimpica — sostenuta più volte da Papa Francesco, fin dallo scorso 13 gennaio con la “sua” Athletica Vaticana — e la partecipazione in gara del Team dei rifugiati sono proprio due proposte di pace che tutta la grande famiglia sportiva rilancia in un tempo buio per l’umanità» si legge nella lettera disponibile in inglese, francese, tedesco, spagnolo e portoghese.
«Le Olimpiadi — e dal 28 agosto le Paralimpiadi — sono anzitutto storie di donne e di uomini che oggi non riescono a fermare “la terza guerra mondiale a pezzi” (come la definisce Francesco), ma suggeriscono la possibilità di un’umanità più fraterna. Attraverso il linguaggio del dialogo sportivo, popolare e a tutti comprensibile» prosegue la lettera. «A Parigi ciascuno cerca di incarnare i veri valori dello sport: passione, inclusione, fraternità, spirito di squadra, lealtà, riscatto, impegno e sacrificio (...). Con una consapevolezza: lo sport non è solo vittoria o sconfitta, lo sport è un viaggio nella vita che non si fa mai da soli. Papa Francesco ci ricorda che “è una grande ‘staffetta’ nella ‘maratona della vita’ con il testimone che passa di mano in mano, stando attenti che nessuno resti indietro da solo. Adeguando il proprio passo al passo dell’ultimo” (prefazione del libro Giochi di pace. L’anima delle Olimpiadi e delle Paralimpiadi)». Prosegue la lettera: «Già, “al passo dell’ultimo”: l’abbraccio è per tutti coloro che ogni giorno vivono — provando anche ad aggrapparsi alla speranza che dà lo sport — realtà difficili, tra guerre, povertà, ingiustizie, tensioni, paure. Confida Papa Francesco: proprio loro ci “raccontano storie di riscatto, speranza, inclusione”».
A rendere più forte questa proposta di pace, scrive Athletica Vaticana, c’è il fatto che «a Tokyo, tre anni fa, il Comitato olimpico internazionale ha aggiunto la parola “Insieme — Communiter” al famoso motto olimpico “Più veloce, più in alto, più forte”: a Parigi, dunque, saranno Olimpiadi e Paralimpiadi con lo stile “Insieme”».
Nella lettera è condiviso anche un altro suggerimento di Papa Francesco: «La parola chiave per lo sport, oggi più che mai, è “vicinanza”. È il primo suggerimento che, come “allenatore del cuore”, propongo sempre ad Athletica Vaticana». In questa prospettiva di “vicinanza”, conclude Athletica Vaticana, «nessuno è solo nell’esperienza e nel gesto dello sport: accanto a ciascuno c’è una squadra, una famiglia, una comunità. Senza far mai ricorso a scorciatoie e con lealtà, i Giochi possono essere opportunità di speranza, nelle piccole e nelle grandi questioni di ogni persone e dell’umanità. Sì, le Olimpiadi e le Paralimpiadi possono essere strategie di pace e antidoto ai giochi di guerra».