La celebrazione della messa nella chiesa della Maddalena

Quando il linguaggio fraterno dello sport
diventa anche originale
canale diplomatico

 Quando il linguaggio fraterno dello sport  diventa anche originale canale diplomatico  QUO-163
19 luglio 2024

La tregua olimpica è una proposta di pace, oggi più che mai: senza giri di parole Papa Francesco rilancia il suo appello, a una settimana dall’apertura dei Giochi (il 26 luglio), nel messaggio inviato per la messa — celebrata stamani, venerdì 19, nella chiesa parigina della Maddalena — in occasione dell’inizio della tregua olimpica, proclamata dalle Nazioni Unite fino al 15 settembre, una settimana dopo la conclusione delle Paralimpiadi.

Il messaggio del Pontefice per la pace anche attraverso l’esperienza sportiva, capace di essere originale canale diplomatico con il suo linguaggio di fraternità, è stato letto, — all’inizio della celebrazione — dall’arcivescovo di Parigi, monsignor Laurent Ulrich. Con lui hanno concelebrato l’arcivescovo Celestino Migliore, nunzio apostolico in Francia; monsignor Emmanuel Gobillard, vescovo di Digne e delegato della Conferenza episcopale francese per i Giochi olimpici e paralimpici di Parigi; numerosi vescovi e sacerdoti.

Significativa la presenza di Thomas Bach, presidente del Comitato olimpico internazionale che già a gennaio, in occasione dell’udienza ad Athletica Vaticana, aveva rilanciato l’appello del Papa per la tregua olimpica. «In questi tempi difficili con guerre e conflitti in aumento — afferma Bach — le persone sono stanche di tutto l’odio, l’aggressività e le notizie negative. Nei cuori di tutti c’è il desiderio di “qualcosa” che unisca e dia speranza» e i Giochi possono far vivere questa esperienza di pace e riconciliazione».

La pace, dunque, è la parola-chiave dei Giochi che stanno per cominciare. Nel segno della tregua olimpica proposta dalle Nazioni Unite da una settimana prima dell’inizio dei Giochi di Parigi fino a una settimana dopo la chiusura delle Paralimpiadi. Papa Francesco ha chiesto l’applicazione della tregua il 13 gennaio incontrando Athletica Vaticana, poi in occasione del G7 il 14 giugno e anche nella prefazione del libro “Giochi di pace”, edito dalla Libreria editrice vaticana.

E dell’attualità dei contenuti della tregua olimpica ha parlato, nell’omelia, l’arcivescovo di Parigi ricordando anche le origini francesi di Giochi — con Pierre de Coubertin e il domenicano Henri Didon — pensate con l’idea di costruire «rapporti tra i giovani delle nazioni partecipanti per favorire lo spirito di pace».

Monsignor Ulrich ha inoltre sostenuto l’impegno per l’inclusione «delle persone più vulnerabili» anche in occasione dei Giochi. Riproponendo alcuni valori sportivi fondamentali per l’esperienza cristiana e la vita sociale, attraverso la riflessione di René Pichon, sacerdote della diocesi di Chambéry e atleta di alto livello: «La resistenza, la perseveranza, la combattività, la fiducia in sé stessi e nelle proprie capacità, la speranza di fare meglio, lo spirito di squadra che incoraggia e stimola, l’umiltà nella sconfitta e nelle avversità e, soprattutto, l’amore per gli avversari che non sono nemici da abbattere ma concorrenti che si cerca di superare per superare meglio sé stessi».

«La risoluzione dei conflitti passa per il dialogo, ma il desiderio di ottenerla ha bisogno di gesti, di simboli e di esercizi che la preparino» ha concluso l’arcivescovo di Parigi, mettendo in risalto la bellezza «della festa e del raduno di un’umanità tanto diversa». Da parte della Chiesa francese ha assicurato lo spirito di servizio, ascolto e accoglienza per tutti.

Durante la celebrazione si è pregato, in diverse lingue, anzitutto per la pace da costruire anche attraverso le Olimpiadi e le Paralimpiadi e perché tutte le componenti dello sport — dirigenti, atleti, allenatori, tifosi, giornalisti — vivano questa esperienza come espressione agonistica anche come opportunità di fraternità.

Alla messa erano presenti autorità civili e sportive, atlete e atleti, rappresentanti del corpo diplomatico e i volontari di Holy Games, il programma della Conferenza episcopale francese — diretto da Isabelle de Chatellus — che è stato costituito proprio per contribuire a dare un’anima spirituale ai Giochi.

Al termine della celebrazione — su invito del vescovo Philippe Marsset, ausiliare di Parigi, con il parroco monsignor Patrick Chauvet — la visita alla cappella di Nostra Signora degli sportivi, allestita da Holy Games, proprio nella chiesa della Maddalena come riferimento spirituale e di preghiera in occasione dei Giochi. A far “da corona” alla statua della Madre di Dio le magliette di tantissime squadre e, tra queste, la t-shirt di Athletica Vaticana con la firma del Papa.

di Giampaolo Mattei