La buona Notizia
Il Vangelo della XVI domenica del tempo ordinario (Mc 6,30-34)

L’arte del fermarsi

 L’arte del fermarsi  QUO-160
16 luglio 2024

«Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’», suggerisce Gesù agli apostoli stanchi, di ritorno dalla loro missione.

Nel frastuono del nulla che ci circonda, Gesù ci insegna l’arte del fermarsi, per ristabilire quel sano equilibrio tra spirito e materia che ritempra lo spirito e ci permette di vedere le cose con occhi diversi.

In quella pausa forzata che è stato il lockdown, dopo lo spaesamento iniziale, ho pensato di capitalizzare il tempo rendendolo speciale e fruttifero: ho scritto tante canzoni, nuova musica e un libro dedicato alla felicità. Ma soprattutto, ho voluto ricatalogare le priorità della mia vita, mettendo in luce le poche cose che contano.

Avevo bisogno di fermare la routine diabolica in cui ero immerso, per ridare un ritmo più umano alle mie giornate, e poter ripartire più forte di prima. Un proverbio africano dice: «Rallentiamo, per permettere alla nostra anima di raggiungerci».

Oggi più che mai, abbiamo bisogno di ritagliarci uno spazio di silenzio, preghiera e meditazione, mettendo in pausa il continuo flusso di pensieri generati dalla mente, e predisporci all’ascolto della lingua di Dio: il silenzio.

Il silenzio è tutto il contrario della solitudine, perché in quello stato di quiete puoi sintonizzarti con la frequenza divina.

Perché nella contemplazione, l’Io si fa minuscolo, scompare per fare posto al Noi.

Anche san Francesco sentiva ciclicamente il bisogno di ritirarsi nelle grotte, immerso nel grembo umido della madre Terra, per mantenere vivo il suo intimo dialogo con il suo Dominus. Non è un caso che le esperienze mistiche arrivino nella solitudine.

Il mistico non è un illusionista, né un illuso, né uno che elude la realtà. È un umano che arriva a toccare il divino, fondendosi con l’energia universale, con l’Assoluto.

Non possiamo abitare il mondo ed avere relazioni sane, se prima non impariamo a stare da soli con noi stessi.

In questo passo del Vangelo Gesù ci invita al riposo, al silenzio e alla solitudine. Il riposo non è ozio: è l’anticamera dell’azione compassionevole. Il silenzio non è indifferenza: è la terra feconda dove nascono nuove idee e far germogliare la vera parola. La solitudine non è “farsi da parte”: è il luogo dove fare chiarezza dentro di sé, prima di tornare nel mondo.

di Simone Cristicchi