Speciale riunione di redazione de «L’Osservatore Romano» all’“Estate Ragazzi in Vaticano 2024”

Piccoli giornalisti crescono

 Piccoli giornalisti crescono  QUO-157
12 luglio 2024

Titolo: «Inquinamento». Catenaccio: «Dobbiamo smetterla!». Sommario: «Il mondo inizia ad essere una discarica».

Ai piccoli giornalisti di Estate Ragazzi in Vaticano 2024 non manca il dono della sintesi. Invitati da Andrea Monda, il direttore de «L’Osservatore Romano», a lavorare sui menabò “veri” del giornale del Papa, hanno preso molto sul serio il loro ruolo di cronisti.

Del resto, già il tema di quest’anno, «Cavalieri erranti», invita alla curiosità e all’audacia nell’esplorare e raccontare il mondo.

«Un tema per un’estate ricca di sfide sportive e nuove avventure» si legge nel sito della colonia in città pensata per i figli dei dipendenti del Governatorato e della Santa Sede, composta da percorsi formativi che prevedono balli di gruppo, giochi a squadra, attività sportive, laboratori e spettacoli. Tutto questo mentre cresce l’attesa per un possibile incontro (così come è accaduto l’anno scorso) con Papa Francesco nei prossimi giorni.

«Cavalieri erranti non è solo il titolo di questa avventura estiva, ma sintetizza la sfida che desideriamo proporre ad Estate Ragazzi: mettersi in viaggio, senza una meta predefinita, se non quella di vincere le sfide della vita quotidiana e raggiungere i propri sogni o grandi obiettivi».

Attraverso la storia di Don Chisciotte, spiegano gli organizzatori, «ogni giorno si trasformerà in un’impresa eroica attorno a tematiche quali gentilezza, generosità, rispetto e coraggio».

Prima del laboratorio “Cronisti per un giorno”, allestito giovedì scorso in una delle sale adiacenti all’Aula Paolo vi, i ragazzi sono stati divisi in gruppi. Ad ogni tavolo è stata assegnata una pagina diversa: dal servizio internazionale alla cultura, senza dimenticare il servizio vaticano e la prima pagina (che aveva il compito di raccogliere le segnalazioni degli altri gruppi), uno speciale di tematica ambientale Laudato si’ e perfino un «Osservatore di strada» dei piccoli.

«Ogni volta che passo da Torre Maura — si legge in uno degli articoli intitolato Amici per strada — la vedevo spesso e mi ha sempre fatto tenerezza. Roberta è una signora che come tante non ha avuto le opportunità per vivere una vita migliore. In poco tempo, parlando con lei, ho scoperto che ha un cuore grande». Ancora più drammatica la Storia di un cambiamento inaspettato scritta a mano, in un nitido stampatello, accanto all’articolo sulla signora senza fissa dimora adottata dal quartiere di Torre Maura.

«Era un insegnante di scuola materna che adorava il suo lavoro. Anni dopo l’ho reincontrato ma inizialmente era irriconoscibile, viveva per strada. Mi ha detto che era stato accusato ingiustamente da una collega di lavoro. Aveva perso tutti i suoi beni e il rispetto della sua famiglia e, soprattutto, di se stesso».

Tra le richieste di editoriali a tema libero, tanto calcio mercato e tanti commenti sulla vittoria dell’Inghilterra sull’Olanda, in attesa della finale con la Spagna, e un ampio ventaglio di temi sempre attinenti agli Europei e alla sconfitta della nazionale italiana, ma anche una dettagliata, sorprendente domanda di chiarimento sui delicati scenari di politica internazionale che si stanno configurando tra Azerbaigian, Armenia e Iran, proveniente da un cronista in erba che nel tempo a disposizione del laboratorio è riuscito a compilare uno speciale di due pagine con tanto di cartine disegnate a mano e prototipi di infografiche sui conflitti in corso nel mondo.

Tanta cronaca di guerra, nei disegni che i bambini hanno inserito nei menabò forniti da «L’Osservatore», piogge di bombe su palazzi ridotti a scheletri senza porte e finestre e vittime di sparatorie raffigurate come sagome inerti ai margini del foglio (nelle didascalie si legge “Ucraina” o “Gazza”, con un’ortografia incerta che non prevede mai una “zeta” sola) ma anche tante immagini di soli sfolgoranti, rassicuranti.

Tante domande sullo scandalo dei loro coetanei costretti ad imbracciare un fucile e combattere, come anche sulla stupidità del male che vedono spesso sui social.

Tra i video più citati con orrore negli articoli c’è il filmato di una persona che getta un gattino malato in un dirupo.

«I telefonini fanno bene ai ragazzi?» si domanda uno dei bimbi, con un titolo che potrebbe benissimo confondersi con le pagine delle inchieste dei “grandi”, nei periodici che in questi mesi fanno spazio al genere letterario dell’inchiesta sociologica estiva.

Prima di mangiare, all’ora di pranzo, i piccoli cronisti cantano la Cumbia della fame, variante creativa del successo sanremesi di Angelina Mango rielaborata dagli educatori, che al grido «Tutti pronti per un cuore gold?» (liberamente tratto dalla canzone di Mahmood) guidano i cori dei ragazzi. Così piccoli, ma già così grandi.

di Silvia Guidi