“La bellezza che accoglie”, il progetto ideato e animato da don Giovanni Emidio Palaia, professore all’Università Lumsa e membro della Pontificia Accademia Mariana Internazionale, allarga i suoi confini. Dopo le indimenticabili visite organizzate per gli amici dell’Osservatore di Strada in Vaticano e a Roma, la bellezza si è aperta per accogliere nel duomo di Milano anche alcuni amici assistiti da diverse associazioni caritatevoli del capoluogo lombardo. La visita si è svolta il 24 maggio scorso e don Giovanni Emidio ce la racconta in questo suo articolo.
“È stato bellissimo scoprire cosa si nasconde sotto la piazza del Duomo di Milano: la storia di fede, civiltà, carità e di popolo di questa chiesa di Milano; Ambrogio, Carlo, i grandi pastori; e soprattutto sapere che questa piazza, questo Duomo, tutte queste statue parlano di Cristo e della comunità dei primi discepoli che è arrivata anche qui”. Sono parole di un amico dell’Opera dei Poveri di San Francesco. Un’altra amica ha detto: “L’opportunità è stata bellissima. Si è respirato un clima assolutamente fraterno, di amicizia. Eravamo di diverse nazionalità, eppure veramente, come dovrebbe succedere sempre nella Chiesa, ci siamo sentiti a casa. In poche ore abbiamo unito il cammino insieme, l’ascolto comune, lo sguardo alla fede fino alla madonnina. Un’esperienza sicuramente da ripetere, grazie a quello che è iniziato a Roma con l’”Osservatore di Strada” e i percorsi della bellezza che accoglie”.
Il progetto “La bellezza che accoglie” è arrivato anche nella casa di tutti i milanesi: il Duomo di Milano. A partecipare con grandissimo entusiasmo sono stati 15 assistiti e 4 volontari di due grandi associazioni di volontariato quali Opera San Francesco, l’Associazione di Misericordia di Milano di Sant’Ambrogio e la parrocchia di Sant’Ildefonso. La visita si è svolta anche grazie alla partecipazione di due miei ex studenti, ormai collaboratori fissi di questo progetto.
Il Duomo di Milano, cattedrale dell’arcidiocesi di Milano, si erge nell’omonima piazza al centro della metropoli. Il messaggio che vuole trasmettere a ciascun fedele è quello della salvezza cristiana. La figura primeggiante di Maria trova riscontro anche nel continuo riecheggiare delle parole “Ad Jesum per Mariam” che per i fedeli rappresenta un invito alla cristianità e una dimostrazione del cristianesimo vissuto.
Ciascun ospite è stato accolto dai saluti iniziali dei rappresentanti della Fabbrica del Duomo che hanno augurato una felice visita permettendo di esplorare la Basilica in ogni suo angolo. Il percorso didattico ha avuto inizio innanzi alla cattedrale volgendo lo sguardo verso la sua facciata, elaborata su un progetto risalente al 1580 da Pellegrino Tibaldi. Venne terminata, a seguito di molteplici interventi per opera di moltissimi architetti e scultori dell’epoca, nel 1813 con Carlo Amati.
Ho introdotto l’analisi della facciata, facendo riferimento alla devozione a Maria e alle relative raffigurazioni simboliche che sono rappresentate dalle statue erette in prossimità delle guglie. Uno sguardo attento è stato posto anche verso il rosone del finestrone centrale dell’abside. Questo, nel raffigurare la redenzione, irradia la luce nella basilica, sottolineando la vittoria del bene sul male, della luce sulle tenebre e l’illuminazione di Cristo sul cammino dell’uomo. Si riscontrano alcune figure accanto al “Sol Justitiae” (simbolo di Cristo) quali i vescovi patroni della città Ambrogio e Galdino. Tra questi, solamente la Vergine Maria guarda avanti a sé, verso Gabriele, mentre le altre tre statue hanno il loro viso rivolto verso l’interno del Duomo, come se adorassero l’altare.
Successivamente, sotto il sagrato del Duomo, sono stati visitati i resti di alcuni edifici di culto risalenti a prima del Medioevo, distrutti per la costruzione della cattedrale. Gli edifici originari erano la basilica di Santa Maria Maggiore e Santa Tecla, usata nei mesi estivi. Nella prossimità sorgeva il Battistero di San Giovanni alle Fonti del 378, dove Sant’Ambrogio battezzò Sant’Agostino.
Terminata la visita all’interno del Duomo, con particolare studio e analisi della storia liturgica raffigurata nelle magnifiche vetrate dell’abside, il gruppo si è diretto verso il Museo del Duomo, ammirando l’intero patrimonio scultoreo e artistico che racconta una storia che dura da oltre 600 anni.
Prima di salutare ciascun partecipante, ho voluto rendere la giornata ancor più indimenticabile con la partecipazione alla santa messa nella cripta di San Carlo.
Tra le impressioni riscontrate nei visitatori suscita grande interesse l’apprezzamento fatto da due persone assistite dall’Opera di San Francesco, devoti di Sant’Ambrogio, Marina ed Emilio, per i quali “la visita ha aperto ad una grande spiritualità, conoscenza e amore verso la fede cristiana. Visitare un posto così vicino, ma allo stesso tempo sconosciuto, è stato di grandissimo onore e interesse. Un ricordo che si porteranno per tutta la vita”.
di Giovanni Emidio Palaia