La singolare testata di questa pagina: «150 anni con GKC/1» necessita di una breve spiegazione: queste parole vogliono significare semplicemente che 150 anni fa nasceva Gilbert Keith Chesterton, il famoso scrittore inglese («quello di padre Brown») che merita non uno ma più approfondimenti. Sono dunque 150 anni, dal 29 maggio del 1874 che GKC (così veniva indicato ai suoi tempi da amici e nemici) ci accompagna con il suo acume e il suo amore per l'umanità, amici e nemici.
GKC, ovvero il cantore dello stupore e della gratitudine. E si potrebbe aggiungere: ovvero della felicità. «La misura di ogni felicità è la riconoscenza» scrive nel 1908 nel saggio Ortodossia, «Tutte le mie convinzioni sono rappresentate da un indovinello che mi colpì fin da bambino, L’indovinello dice: che disse il primo ranocchio? La risposta è questa: “Signore come mi fai saltare bene”. In succinto c’è tutto quello che sto dicendo io. Dio fa saltare il ranocchio e il ranocchio è contento di saltellare». Dove il punto focale è quell’aggettivo: “primo”, il primo ranocchio. Lo sguardo di Chesterton è quello di Adamo nel primo giorno della creazione. Da qui la felicità che lo scrittore riesce comunicare al lettore. Uno dei suoi più grandi ammiratori, J.L.Borges dirà infatti: «La letteratura è una delle forme della felicità; forse nessun scrittore mi ha dato tante ore felici come Chesterton». Oltre a Borges tanti scrittori hanno riconosciuto il proprio debito nei confronti di questo artista geniale nato 150 anni fa e oggi, iniziando questa serie, pubblichiamo ampi stralci tratti dagli omaggi che due autori hanno voluto tributargli, C.S. Lewis e Anthony Burgess. (andrea monda)