Le testimonianze

Voci di donne
per la pace in Terra Santa

 Voci di donne  per la pace in Terra Santa  QUO-112
18 maggio 2024

Durante l’incontro all’Arena sono state condivise le video-testimonianze di quattro donne impegnate in prima linea per la pace in Terra Santa. Ecco ampi stralci dei loro interventi

Yael Admi


Sono Yael Admi, co-fondatrice del movimento israeliano Women Wage Peace, e conosco fin troppo bene il prezzo della guerra. Le tragedie ci lacerano il cuore ogni giorno e richiedono a noi, madri israeliane e palestinesi, di agire con forza per porre fine a questo conflitto. Chiediamo a tutte le persone di pace, nella regione e nel mondo, di sostenere l’appello delle madri in cui si chiede la fine del terribile ciclo di spargimenti di sangue con un’azione politica responsabile e coraggiosa.

Facciamo crescere una nuova speranza per porre fine al conflitto, affinché l’attuale guerra sia l’ultima in questa terra, santa per tutti noi. Conflitti lunghi e complicati sono finiti grazie alle donne che hanno portato avanti iniziative di riconciliazione. Il nostro compito è garantire che tutti vivano in sicurezza, rispetto, libertà e uguaglianza su questa terra che condividiamo.

Santità, la sua lettera di sostegno, ricevuta pochi giorni prima della guerra, ci dà forza in questi giorni difficili. Le sue parole risuonano nei nostri cuori e preghiamo affinché illuminino i leader mondiali nella creazione di un’alleanza coraggiosa che riporti i governi delle due nazioni sulla via della soluzione politica e dia pace e sicurezza.

Reem Al-Hajajrah


Sono Reem Al-Hajajrah del campo profughi di al-Duheisha di Betlemme, la città della pace. Come fondatrice del movimento Women of the Sun, sono felice di potermi rivolgere a lei con parole che provengono dai nostri cuori stremati da guerre, uccisioni e distruzioni, ma ancora fiduciosi.

Speriamo che lei, Santità, ascolti le voci delle madri palestinesi che reclamano una vita migliore per loro stesse e per i loro figli perché non vogliono altra morte. Sentiamo vibrare nella sua voce la forza della pace. Con il suo sostegno, possiamo ricostruire le nostre vite, le nostre case e proteggere la libertà e la dignità del popolo palestinese.

Abbiamo perso tante donne, bambini e persone care, le nostre case sono state demolite, tanti arrestati. Vogliamo mettere fine a questo ciclo di spargimenti di sangue e instaurare la pace nella terra della pace. Abbiamo bisogno della pace come dell’acqua e dell’aria.

Hiam Tannous


Sono Hiam Tannous, una cristiana israelo-palestinese. Credo che per noi, donne e madri, sia giunto il momento di decidere il nostro destino e di proteggere i nostri figli da morte e distruzione. Poiché appartengo al popolo palestinese e vivo nello Stato di Israele, il mio cuore soffre e sanguina, perché il mio popolo è in guerra con il mio Stato. È una sensazione terribile, sconosciuta agli altri arabi.

Quando abbiamo ricevuto il suo messaggio, il 4 ottobre, in risposta alla richiesta di benedire i nostri passi con le nostre sorelle palestinesi, siamo state felicissime. La sua risposta ci ha dato forza per continuare il nostro lavoro. Nelle sue parole lei ha espresso dolore per gli avvenimenti in Terra Santa e consolato con le sue costanti preghiere per la pace. Questo è quanto facciamo ogni giorno nel nostro movimento e con quello gemello delle sorelle palestinesi.

Chiediamo a Gesù Cristo di concederci i doni della saggezza, della compassione e dell’amore, perché l’amore guarisce i cuori e scuote le anime. Facciamo appello a lei affinché continui il dialogo con tutti i rappresentanti delle religioni per chiedere ai nostri leader di unire la loro voce alla nostra. Chiediamo il suo aiuto per realizzare l’impossibile, attuare il cambiamento storico che tutti aspettiamo: riportare la pace in Terra Santa.

Nivine Sandouka


Il mio nome è Nivine Sandouka. Sono una palestinese e sono direttore regionale dell’Alleanza per la pace in Medio Oriente, allmep , la più grande rete di costruttori di pace israeliani e palestinesi nella regione.

La guerra è ancora in corso. Un cessate-il-fuoco non sembra vicino e i livelli di distruzione e perdite umane sono i più alti mai visti. Chiediamo che il G7 e la comunità internazionale supportino un processo di pace dall’alto verso il basso, multilaterale, abbinato a un approccio dal basso verso l’alto che metta la società civile, in particolare gli operatori di pace israeliani e palestinesi, al centro di questo processo. Come lei ha detto, questi due popoli fratelli hanno il diritto di vivere in pace su questa terra.