02 maggio 2024
Per Paul Auster scrivere non era un atto di libera scelta, ma «una questione di sopravvivenza». Nel saggio L’arte della fame lo scrittore statunitense sottolinea il legame “viscerale” tra lui e la letteratura, che congloba e, al contempo, trascende la passione per una professione in cui egli riconosceva la propria identità e la propria missione. Sempre ne L’arte della fame Auster illustra le influenze assorbite dalla sua opera narrativa. Tra queste influenze spiccano le fiabe, in particolare la tradizione orale del racconto. Sono stati i Fratelli Grimm, Le mille e una notte, a incidere, con effetti benefici, sul suo modo di scrivere. Egli apprezzava questo genere perché contempla narrazioni «spoglie, scarne, prive di dettagli» ma capaci, nello stesso tempo, di contenere «enormi quantità ...
Questo contenuto è riservato agli abbonati
Cara Lettrice, caro Lettore,
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati