«Non esistono ragazzi cattivi, ma ragazzi che non hanno avuto la possibilità di conoscere il bene». Questo abbiamo imparato negli anni vissuti alla Città dei Ragazzi di Mola di Bari. La nostra comunità, da subito, è stata per noi quella possibilità: conoscere il bene in noi e attorno a noi. Il bene che nessuno, fino a quel momento in cui siamo arrivati qui, ci aveva fatto conoscere.
Noi ormai siamo i più grandi, dai 18 ai 25 anni, che abbiamo scelto di rimanere in comunità per dare compimento ad un progetto di bene in noi e per noi, tale che ci renda capaci di vivere con dignità e rispetto di noi stessi e dare il vero valore alla vita. E oggi — guardando alla ormai prossima Giornata Mondiale dei Bambini con Papa Francesco — siamo voce anche dei più piccoli tra noi (6-17 anni) che hanno iniziato o stanno percorrendo il nostro medesimo itinerario per capire il perché di tante sofferenze subite senza la nostra volontà e di cui siamo stati e siamo solo “portatori” inconsapevoli.
Di quelle ferite ce ne accorgiamo solo attraverso i nostri comportamenti che gli “esperti” definiscono “a rischio di devianza o in situazione di devianza”, mentre noi, che ci stiamo dentro, li chiamiamo sofferenza, grido, rabbia per non aver avuto la possibilità — nostro diritto — di conoscere il bene in noi e attorno a noi e sceglierlo come progetto negli anni in cui un bimbo ha il diritto di essere accolto, amato e custodito.
Le cause di questo mancato diritto sono tante e diverse, ma tutte hanno lo stesso denominatore comune: sono mancati gli adulti giusti o, detta più esplicitamente, ci sono stati gli adulti sbagliati, anche se dello stesso sangue.
Solo oggi il nostro grido si sta cambiando in canto e le nostre ferite stanno facendo sbocciare fiori da quei solchi in cui è stato seminato dolore. Questo perché, da un terreno arido, il dolore è stato trasportato e trapiantato nel terreno fertile dell’amore dei nostri adulti di oggi, di questa comunità.
Così ci prodighiamo nel nostro progetto di vita e per i più piccoli della nostra comunità, perché anche nei loro solchi sia seminato il buon seme dell’Amore vero e maturo, che dona dignità per sé e per gli altri.
Questo abbiamo vissuto nella Città dei Ragazzi, con adulti che ci raccontano con la vita di aver scelto “la frontiera delle nostre ferite”! Abbiamo trovato adulti che sono scesi nel campo di battaglia accanto a noi e ci hanno ridato il “sapore dolce e tenero della casa” e “la luce del cuore e della vita”. Adulti che consacrano la loro vita a Gesù ed abbiamo capito tramite loro che con Gesù si possono davvero resuscitare delle vite in cui altri hanno seminato germi di morte.
La Giornata mondiale dei Bambini vorremmo che fosse non solo festa, canto e fede, ma diventasse il primo tempo di una eterna partita di calcio in cui vincitori siano sempre i bambini, mentre gli adulti siano sempre allenatori, arbitri e guardialinee, per allenarci e custodirci nella correttezza e nella dignità della partita della vita.
Se vince un bambino ha vinto l’adulto e non viceversa.
E noi oggi, nella nostra Città dei Ragazzi a Mola di Bari, ci sentiamo vincitori con i nostri adulti: e sappiamo che loro vincono in nome di Gesù.
I giovani e i bambini
della Città dei Ragazzi di Mola di Bari