Il diritto allo studio Le storie dei bambini di Haiti, del Mozambico e di un doposcuola a Torpignattara

Qui posso sognare

 Qui posso sognare  ODS-021
04 maggio 2024

Nel cuore di una realtà spesso caotica come Haiti, la scuola sorge come un faro per i bambini. Un luogo di apprendimento, ma anche un rifugio di pace e di speranza dove sogni e ambizioni possono fiorire. In quanto giovane sacerdote salesiano e preside di una scuola superiore, ho il privilegio di essere testimone ogni giorno dell’impatto profondo che l’educazione può avere sulla vita dei bambini. Recentemente, nonostante il deterioramento e l’insicurezza che regnano nel paese, ho avuto la possibilità di incontrare un piccolo gruppo di ragazzi dell’oratorio «San Domenico Savio» gestito dai Salesiani a Pétion-Ville. Le loro voci di fronte al futuro e i loro sguardi pieni di curiosità e soprattutto di speranza mi hanno profondamente segnato.

Per Michaëla, 8 anni, la scuola è un «luogo magico dove imparo a leggere e a scrivere». Il suo sogno? Diventare medico per «curare le persone malate e salvare vite». Kévin, 10 anni, vede la scuola come «una grande famiglia dove si condivide e si impara insieme». La sua ambizione è chiara: «diventare ingegnere e costruire strade e ponti per permettere a tutti di spostarsi facilmente».

L’educazione rimane un pilastro essenziale per lo sviluppo di Haiti. Essa è chiamata ad offrire ai bambini gli strumenti per emanciparsi dalla povertà, spezzare il ciclo della violenza e contribuire alla ricostruzione della loro nazione. Marie-Ange, 11 anni, afferma con convinzione: «Vado a scuola perché voglio avere un futuro migliore e realizzare i miei sogni». Ben oltre le lezioni accademiche, le nostre scuole cercano di offrire ai bambini un senso di appartenenza ad una comunità, un luogo dove si coltivano i valori del rispetto, dell’aiuto reciproco e della solidarietà. Jonathan, 9 anni, spiega: «A scuola, impariamo a rispettarci e ad aiutarci a vicenda. È importante per vivere in pace insieme».

Purtroppo, l’educazione ad Haiti è sottoposta a numerose sfide. La realtà quotidiana, segnata dalla violenza, dalla miseria e dall’instabilità politica, crea un divario netto con le esperienze vissute e le conoscenze acquisite a scuola. L’insalubrità crescente nelle strade e nelle immediate vicinanze delle scuole rappresenta un ulteriore ostacolo per l’educazione dei bambini, esponendo loro a rischi sanitari importanti. L’inquinamento visivo e sonoro ostacola anche la loro concentrazione e il loro benessere. Nathalie, 13 anni, racconta: «A volte ho paura di andare a scuola a causa delle gang. Ma so che è importante per il mio futuro, quindi continuo». Fare scuola in Haiti, oggi, è una vera e propria lotta quotidiana.

Negli ultimi anni, il tasso di abbandono scolastico è salito in modo allarmante, particolarmente tra le ragazze. Le cause di questo fenomeno sono molteplici e complesse. Da un lato, le famiglie non hanno spesso i mezzi per pagare le tasse scolastiche, il materiale didattico e le uniformi. Alcuni bambini sono allora costretti a lavorare per contribuire a mantenere la famiglia. Dall’altro lato, la violenza in certe regioni rende difficile l’accesso alle scuole. Come ben sappiamo, i bambini che abbandonano la scuola sono più esposti alla violenza e alla delinquenza e avranno meno possibilità di avere successo nella vita.

Infine, risorse e infrastrutture scolastiche sono insufficienti. Gli insegnanti, spesso sottopagati, sono dei veri eroi che si sforzano di offrire un’educazione di qualità al di là degli ostacoli. Nonostante tutto, la comunità scolastica di Haiti ha dimostrato una resilienza esemplare. La sete di apprendimento e il desiderio di un futuro migliore sono forze trainanti che aiutano a superare le sfide. La scuola ad Haiti è un simbolo di speranza e di resistenza. La sua importanza nella vita dei bambini haitiani è innegabile. Essa rimane un sogno fragile che la comunità nazionale e internazionale deve proteggere e alimentare per garantire ai bambini un futuro dignitoso e prospero.

di don Carl Enrico
Charles*

* Sacerdote salesiano, educatore
e preside della scuola superiore «Collège Dominique Savio»
a Pétion-Ville,
sobborgo di Port-au-Prince in Haiti