Brasile

«I nostri figli nascono malati, la nostra gente muore a causa dell’estrazione dell’oro»: chi parla è Dário Vitório Kopenawa, vicepresidente dell’associazione “Hutukara Yanomami”, che riunisce i leader delle comunità di questo popolo indigeno residente in Brasile. L’allarme di Kopenawa conferma uno studio della Fondazione statale Oswaldo Cruz (Fiocruz), legata al ministero brasiliano della Salute, in cui si evidenzia come i bambini Yanomami soffrano sempre più di disabilità e deterioramento cognitivo a causa della contaminazione dell’ambiente provocata dal mercurio, utilizzato nelle miniere illegali per estrarre l’oro. Il metallo pesante, infatti, “cattura” i depositi aurei presenti nelle sabbie e nei detriti minerari. L’amalgama che ne deriva viene successivamente riscaldato in modo da concentrare l’oro e vaporizzare il mercurio che, però, finisce per contaminare tutto ciò che lo circonda.
Il coordinatore della ricerca, Paulo Basta, spiega che campioni di capelli e saliva sono stati prelevati da 293 indigeni che vivono in nove villaggi vicino al fiume Mucajai, nel cuore della foresta pluviale dello Stato settentrionale di Roraima. Qui risiedono circa 29.000 membri della comunità Yanomami, ma proprio qui si concentra anche la maggior parte dell’estrazione aurifera illegale. Con conseguenze drammatiche, perché il valore medio del quoziente intellettivo tra i bambini partecipanti allo studio è risultato essere di 68, mentre in condizioni adeguate dovrebbe arrivare a circa 100. Secondo gli scienziati, inoltre, il 55,2 per cento dei minori presenta deficit cognitivi, mentre più del 30 per cento degli indigeni soffre di malattie degenerative dei nervi.
L’esposizione al mercurio è un dato inconfutabile: gli scienziati hanno trovato tracce di questo metallo pesante in tutti i campioni prelevati. Nell’84 per cento dei casi, il livello di contaminazione era il doppio rispetto al limite raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità, ovvero 2 microgrammi per grammo di capelli. Addirittura, il 10,8 per cento dei campioni conteneva più di 6 microgrammi per grammo di capelli, una quantità che «richiede un’attenzione medica speciale».
Da ricordare che a gennaio 2023 il governo brasiliano ha riconosciuto l’emergenza umanitaria per gli Yanomami, poiché i minatori illegali perpetrano costantemente contro di loro omicidi, violenze e abusi. Non ultimo, avvelenano il loro ambiente. Anche la Conferenza ecclesiale dell’Amazzonia (Ceama) e la Rete ecclesiale panamazzonica (Repam), in unione con la Chiesa del Brasile, hanno ribadito più volte il proprio impegno in favore della tutela dei popoli amazzonici: in recente una dichiarazione dello scorso anno, ad esempio, si sottolinea l’urgenza di «denunciare gli attacchi alla vita delle comunità indigene, i progetti che colpiscono l’ambiente, la mancanza di demarcazione dei loro territori, così come il modello economico di sviluppo predatorio ed ecocida».
«La nostra risposta come Chiesa — concludono i presuli — è la difesa della vita, della terra e dei diritti dei popoli».