Il dono della pace
«Il dono della pace» per le «popolazioni stremate dalla guerra, dalla fame, da ogni forma di oppressione» è stato invocato dal Papa al termine del Regina Caeli del Lunedì dell’Angelo. Affacciatosi a mezzogiorno del 1° aprile dalla finestra dello Studio privato del Palazzo apostolico vaticano per la recita della preghiera mariana con i 25 mila fedeli presenti in piazza San Pietro e con quanti lo seguivano attraverso i media, il Pontefice ha dapprima commentato il Vangelo proposto dalla liturgia, incentrato sulla gioia delle donne davanti al sepolcro vuoto di Gesù. Ecco la sua meditazione.
Cari fratelli e sorelle,
buongiorno e Buona Pasqua!
Oggi, Lunedì dell’Ottava di Pasqua, il Vangelo (cfr. Mt 28, 8-15) ci mostra la gioia delle donne per la risurrezione di Gesù: esse, dice il testo, abbandonarono il sepolcro con «gioia grande» e «corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli» (v. 8). Questa gioia, che nasce proprio dall’incontro vivo con il Risorto, è un’emozione prorompente, che le spinge a diffondere e raccontare ciò che hanno visto.
Condividere la gioia è un’esperienza meravigliosa, che impariamo fin da piccoli: pensiamo a un ragazzo che prende un bel voto a scuola e non vede l’ora di mostrarlo ai genitori, o a un giovane che raggiunge i primi successi sportivi, o a una famiglia in cui nasce un bambino. Proviamo a ricordare, ciascuno di noi, un momento tanto felice che era persino difficile esprimerlo a parole, ma che abbiamo desiderato raccontare subito a tutti!
Ecco, le donne, il mattino di Pasqua, vivono quest’esperienza, ma in un modo molto più grande. Perché? Perché la risurrezione di Gesù non è solo una notizia stupenda o il lieto fine di una storia, ma qualcosa che cambia la nostra vita completamente e la cambia per sempre! È la vittoria della vita sulla morte, questa è la resurrezione di Gesù. È la vittoria della speranza sullo sconforto. Gesù ha squarciato il buio del sepolcro e vive per sempre: la sua presenza può riempire di luce qualsiasi cosa. Con Lui ogni giorno diventa la tappa di un cammino eterno, ogni “oggi” può sperare in un “domani”, ogni fine in un nuovo inizio, ogni istante è proiettato oltre i limiti del tempo, verso l’eternità.
Fratelli, sorelle, la gioia della Risurrezione non è qualcosa di lontano. È vicinissima, è nostra, perché ci è stata donata nel giorno del Battesimo. Da allora anche noi, come le donne, possiamo incontrare il Risorto ed Egli, come a loro, ci dice: «Non temete!» (v. 10). Fratelli e sorelle, non rinunciamo alla gioia della Pasqua!
Ma come alimentare questa gioia? Come hanno fatto le donne: incontrando il Risorto, perché è Lui la fonte di una gioia che non si esaurisce mai. Affrettiamoci a cercarlo nell’Eucaristia, nel suo perdono, nella preghiera e nella carità vissuta! La gioia, quando si condivide, aumenta. Condividiamo la gioia del Risorto.
E la Vergine Maria, che nella Pasqua si è rallegrata per il suo Figlio risorto, ci aiuti a esserne testimoni gioiosi.
Dopo il Regina Caeli il Papa ha ringraziato quanti gli hanno inviato auguri pasquali, ha lanciato l’appello per la pace e ha salutato i presenti. Ecco le sue parole.
Cari fratelli e sorelle!
Rinnovo a tutti gli auguri pasquali e ringrazio di cuore coloro che, in diversi modi, mi hanno inviato messaggi di vicinanza e di preghiera. A queste persone, famiglie e comunità giunga il dono della pace del Signore Risorto. E vorrei che questo dono della pace arrivasse là dove più ce n’è bisogno: alle popolazioni stremate dalla guerra, dalla fame, da ogni forma di oppressione.
E con affetto saluto voi, romani e pellegrini di diversi Paesi!
Saluto i ragazzi e i sacerdoti della Comunità pastorale Beato Carlo Gnocchi in Inverigo e quelli del Decanato di Appiano Gentile.
Buon Lunedì dell’Angelo! Continua la gioia della Pasqua! Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci.