Ripartire dalla sacralità
«Ciò che sto constatando in India, così come successo anche in Africa, in Sud America e in Italia è che davanti al caos del nostro tempo è urgente ripartire dalla profondissima sacralità dell’immenso valore della vita che, per Creazione, è in ogni persona». Lo ha affermato Davide De Maria, presidente di Italia solidale - Mondo solidale, raccontando in questa intervista a «L’Osservatore Romano» quanto sta vivendo in questi giorni in cui è in visita nel Paese asiatico.
L’India, negli ultimi anni, dal punto di vista economico, tecnologico e scientifico ha fatto registrare una fortissima espansione, ma nonostante questo c’è un altissimo tasso di mortalità infantile.
Il Paese ha avuto una crescita economica del 7,8% e nel 2023, dopo Stati Uniti d’America, Russia e Cina, è stato il quarto Paese a realizzare, con successo, una missione sulla luna. Ma migliaia di bambine muoiono a causa di una cultura che pianifica il numero di bambini nelle famiglie e che “preferisce” i figli maschi perché più “redditizi” (in India, ad esempio, quando si consegue l’accordo per il matrimonio combinato è la donna che deve pagare all’uomo una ingente dote economica, ndr).
L’India sta diventando un attore centrale nella geopolitica internazionale ma, al tempo stesso, nel Paese milioni di persone vivono una vita di totale dipendenza da un sistema economico impazzito e che rende tutti schiavi.
Nella sua visita sta incontrando centinaia di famiglie. Quali segnali di speranza ha potuto cogliere?
Grazie a Dio e grazie al carisma alla base di Italia solidale - Mondo solidale e frutto della concreta esperienza di vita e missione di padre Angelo Benolli, sto avendo la grazia di entrare, umilmente, nella realtà indiana. Sto incontrando tante mamme e tanti papà indiani. Persone semplici. Genitori di bambini collegati a famiglie italiane attraverso l’adozione a distanza che oggi è relazione e gemellaggio eucaristico e missionario. Ed in tutto questo mi sta molto aiutando la rilettura dell’Evangelii gaudium di Papa Francesco, che ci chiama ad essere vivi testimoni della gioia del Vangelo per essere tutti missionari nel nostro tempo.
E i bambini indiani?
«Ogni bambino è sacro ed attende che tutto quanto lo circonda rispetti questa sua sacralità», lo ripeteva spesso padre Angelo. Ma, mentre si va sulla luna, sul pianeta terra qualcosa non torna. In India nel 2021 sono morti tra i 534.000 e i 643.000 bambini tra i 0 e i 5 anni. (rapporto United Nation Inter Agency Group, 2023). Più o meno, ogni anno, in India, è come se morissero tutti gli abitanti di una città come Genova o Palermo… ma di soli bambini. Se non si vive e non si coglie il valore immenso di ogni bambino e di ogni persona…possiamo andare sulla luna o avere il più grande sviluppo economico…ma i bambini continueranno a morire nello spirito e nel corpo…in India e in ogni parte del Mondo, Italia inclusa.
Dove si può intravedere una soluzione, una via d’uscita a questa dinamica distorta?
È tempo di ridestarci tutti dal torpore in cui siamo caduti senza rendercene conto e, con una forza d’amore nuova, essere tutti missionari, in piena coerenza con quanto esprime il Santo Padre nella Evangelii gaudium: «Ora non ci serve una semplice amministrazione. Costituiamoci in tutte le regioni della terra in uno stato permanente di missione» (1, 25). Nessuno di noi merita di vivere una vita ridotta e disumana. È la carità che salva dalla morte un bambino. Ed è l’inizio della nostra salvezza. Qui ci sono giovani ragazze che a 15 anni sono costrette a sposarsi con matrimoni combinati e senza amore e, conseguentemente, con bambini che soffrono e muoiono nello spirito e nel corpo. In questi giorni sto ascoltando tante testimonianze di donne, uomini e famiglie che stanno riscoprendo il valore della loro vita e che tornano a vivere la loro dignità, libertà, indipendenza per poter amare i loro bambini e tutti i bambini del mondo.
Quali sono i frutti di queste prese di coscienza nelle famiglie incontrate?
Abbiamo conosciuto donne che stanno finalmente cogliendo nel profondo che la loro vita non è un “errore” solo perché sono nate femmine. E uomini che ritrovano la forza per rompere catene secolari inconsce che impediscono il rispetto di se stessi, delle loro mogli, delle loro figlie e dei loro figli.
E in questo quanto contribuiscono le adozioni a distanza promosse da Italia solidale – Mondo solidale?
L’adozione a distanza che collega le famiglie indiane con persone e famiglie italiane sono dei gemellaggi eucaristici e missionari con cui gradualmente si ricostruisce la sacralità in ogni persona per far sì che tutto ciò che circondi i bambini sia sacro. Tante vite sono state salvate ma troppe ancora sono da salvare. E ripeto l’importanza della chiamata a essere missionari. Non perché dobbiamo fare o dare qualcosa ma perché dobbiamo far fronte a tutto il male in noi e intorno a noi che mortifica il valore della persona. Questo succede in India e, in modo diverso, in ogni parte del mondo. Aprirsi, ampliarsi e donarsi verso una bambina o un bambino indiano è un modo gioioso per dare valore alla vita. Non solo alla vita dei bambini del Sud del mondo… ma anche alla vita del bambino che è in noi e che cerca sacralità e relazioni vive di contenuto e qualità.
di Fabrizio Peloni