Il Papa in occasione della cerimonia di consegna del Premio Zayed 2024 per la Fratellanza umana

Una barriera all’odio
alla violenza e all’ingiustizia

 Una barriera all’odio  alla violenza e all’ingiustizia  QUO-030
06 febbraio 2024

«In questi anni abbiamo camminato come fratelli, nella consapevolezza che, nel rispetto delle nostre culture e tradizioni diverse, bisogna costruire la fratellanza quale barriera all’odio, alla violenza e all’ingiustizia». Così Papa Francesco in un video che ha aperto la cerimonia di consegna del Premio Zayed 2024 per la Fratellanza umana, svoltasi nel tardo pomeriggio di ieri, lunedì 5 febbraio, ad Abu Dhabi, nello stesso Founder’s Memorial dove il 4 febbraio di cinque anni fa il Pontefice aveva firmato, insieme al Grande imam di Al-Azhar, Al-Tayyeb, il Documento sulla Fratellanza umana, per la Pace mondiale e la Convivenza comune.

Alla presenza dei membri della giuria, tra i quali il cardinale Leonardo Sandri, vice decano del Collegio cardinalizio, e il giudice Mohammed Abdelsalam, segretario generale dello Zayed Award, hanno ritirato il premio tutti i vincitori di questa quinta edizione: la suora cilena Nelly León, il cardiochirurgo egiziano Magdi Yacoub e le organizzazioni islamiche indonesiane Nahdlatul Ulama e Muhammadiyah. Istituito per dar risalto a quanti contribuiscono alla promozione di un mondo più pacifico, armonioso e compassionevole, il Premio si ispira ai valori incarnati nel Documento sulla Fratellanza umana.

Intervenuto nel medesimo video diffuso ieri all’inizio della premiazione, lo sceicco Al-Tayyeb aveva anche lodato — in un saluto in occasione della Giornata internazionale della Fratellanza celebrata domenica 4 sempre nella capitale degli Emirati Arabi Uniti — la costante dedizione del «fratello Francesco» nel promuovere la Dichiarazione comune di Abu Dhabi e il suo «continuo e lodevole impegno nel sostenere i poveri e i bisognosi, nel sostenere gli oppressi e i perseguitati e nel promuovere lo spirito di fraternità e di pace tra tutti».

Il leader dell’Università egiziana cuore dell’Islam sunnita, nello stesso saluto di domenica, aveva sottolineato che «il mondo odierno non ha meno bisogno di rivivere i supremi principi morali contenuti nel Documento sulla fratellanza umana», ai quali si aggiunge «il serio appello a fermare le guerre e i conflitti» in Medio Oriente, in particolare «a Gaza, in Palestina, in Sudan, sul Mar Rosso e in altri Paesi afflitti in tutto il mondo». È davvero deplorevole, per Al-Tayyeb, che il quinto anniversario dello storico Documento «coincida con i conflitti e le guerre che il mondo sta vivendo oggi e che costituiscono anche una sfida alla civiltà contemporanea. Ciò comporta una grande responsabilità per tutti noi, di cui saremo chiamati a rispondere davanti a nostro Signore nel giorno in cui Lo incontreremo».

Da parte sua, rivolvendosi ai vincitori del Premio Zayed 2024, il Papa nel video di ieri ha rimarcato che essi «sono noti per il loro impegno solidale a favore del progresso dell’umanità e della promozione della convivenza pacifica». Quindi li ha ringraziati, confidando che «il loro esempio sia di stimolo per altri a intraprendere iniziative che nascano da una feconda collaborazione tra uomini di religioni diverse, a servizio dell’intera umanità e nel rispetto della dignità di ciascuno, promuovendo i valori proposti dal Documento sulla fratellanza umana». E ha concluso aggiungendo: «Vorrei dirvi, come un desiderio: continuate a seminare speranza!».

Francesco aveva voluto incontrare dieci giorni fa, in un’udienza privata, i premiati, che gli hanno fatto visita personalmente in Vaticano — accompagnati dal l cardinale Miguel Ángel Ayuso Guixot, prefetto del Dicastero per il Dialogo interreligioso — e hanno potuto raccontargli di persona le opere che hanno svolto nella loro vita. Anche in quell’occasione il Pontefice li aveva ringraziati per il loro servizio, incoraggiandoli a continuare a perseverare nel loro impegno per i più bisognosi. Nel video diffuso ieri alla cerimonia di premiazione, il Grande imam ha salutato anzitutto il compatriota Sir Magdi Yacoub, chirurgo cardiotoracico, come «un esempio nell’investire ciò che Allah le ha dato, in termini di conoscenze e competenze, per salvare i bambini da certi pericoli e offrire loro opportunità per una nuova vita sana». Quindi ha aggiunto, rivolto al medico ottantottenne: «Lei rimarrà sempre una fonte di orgoglio per ogni egiziano e ogni arabo».

Di suor Nelly, Al-Tayyeb ha lodato gli sforzi «nell’ambito del sostegno e dell’abbraccio alle donne cilene, in particolare a quelle che si trovano in prigione, e nel fornire loro assistenza per ripristinare la fiducia, preservare i loro diritti e la loro dignità, soddisfare le loro esigenze e quelle delle loro famiglie, e fornire alloggi alle persone impoverite tra di loro al momento del loro rilascio». Infine le congratulazioni all’associazione Nahdlatul Ulama e alle organizzazioni Muhammadiyah, «dell’amata e cara Indonesia», per il premio ricevuto, «che corona gli sforzi nei campi del lavoro umanitario, della costruzione della pace a livello locale, regionale e globale, e dello sviluppo della società indonesiana, attraverso il finanziamento della costruzione di scuole e ospedali, la gestione di progetti caritatevoli e il sostegno ai poveri e ai bisognosi». E il Grande imam di Al-Azhar ha infine pregato Allah «di incrementare i vostri sforzi congiunti per il benessere dei poveri, dei bisognosi e dei vulnerabili, affinché possiate continuare ad alleviare le loro sofferenze e a preservare la loro dignità».

Ahmed Al-Tayyeb ha voluto ringraziare la memoria dello sceicco Zayed bin Nahyan, fondatore degli Emirati Arabi Uniti, al quale il Premio è intitolato, riflettendo l’instancabile impegno del Paese e la sua costante «promozione della cultura della fratellanza e della pace, incoraggiando gli individui e le istituzioni a impegnarsi maggiormente per un mondo in cui prevalga lo spirito di fratellanza e umanità». E ha infine espresso gratitudine ai membri della giuria del Premio, per aver selezionato «i progetti umanitari più importanti che mirano a motivare i giovani e a incoraggiarli a diffondere i principi della fraternità. Questi premiati rappresentano dei modelli ispiratori da seguire per tutti».

Visibilmente commossa e grata che gli occhi della giuria del premio abbiano percorso più di 14 mila chilometri per vedere il suo lavoro in un carcere di Santiago del Cile, suor Nelly León, nel suo intervento alla cerimonia ha detto di aver scelto di diventare la sorella di donne private della libertà, perché «la società le veda e le tratti fraternamente». Ha anche fatto riferimento al suo rapporto con le donne in carcere, con le quali spesso condivide un amore materno che non hanno mai conosciuto. «Sono testimone di quanto desiderino essere amate, rispettate e dignitose, non diversamente da ciò che io e tutti noi desideriamo in questa vita — ha detto la presidente della Fondazione “Mujer Levántate” —. Quando scoprono di essere degne di essere amate, si rendono conto che anche loro possono offrire ai loro figli l’amore che è stato loro sottratto da bambine».

Yahya Cholil Staquf, presidente dell’associazione indonesiana Nahdlatul Ulama, ha colto l’occasione della cerimonia di consegna del Premio Zayed per «invitare le persone di buona volontà di tutte le fedi e nazioni a unirsi a noi nella costruzione di un movimento globale, per favorire la nascita di un ordine mondiale veramente giusto e armonioso, basato sul rispetto degli uguali diritti e della dignità di tutti gli esseri umani». Nel ritirare il Premio, il cardiochirurgo egiziano Magdi Yacoub ha detto che «è bello che i giovani grazie all’opera della nostra fondazione possano realizzare i sogni della loro vita e possano avere una lunga vita. Senza discriminazione di razza, religione o provenienza sociale».

da Abu Dhabi
Alessandro di Bussolo