Nella crisi economica
con fede

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02 febbraio 2024

In Argentina la sfida è quella di affrontare la complessa realtà economica e l’iperinflazione. Un contesto difficile, dove aumenta la distanza tra ricchi e poveri, dove nascono nuove povertà, dove anche la Chiesa e la vita consacrata sono provocate a dare risposte inedite di servizio e di solidarietà.

Per questo vorrei raccontare l’esperienza di due donne che, come membri dell’istituto secolare volontarie di don Bosco, vivono un’esperienza di condivisione nel riserbo per costruire strade di riconciliazione e di pace.

Una di queste donne coraggiose, Daniela, è un’educatrice che dedica parte della sua vita alla pastorale carceraria nella remota regione della Patagonia. Come donna laica consacrata, il suo lavoro la immerge in un ambiente di complessità unica e stimolante.

Dal punto di vista pastorale, il suo servizio consiste nel fornire compassione, sostegno spirituale e speranza a coloro che si trovano in situazioni difficili all’interno del sistema carcerario. Il suo compito quotidiano comporta una costante riflessione sulla propria conversione, evitando di giudicare e accettando con fede la compagnia di persone che, in molti casi, hanno commesso atti di violenza o di abuso.

Accompagnare la pastorale carceraria per noi significa, in forza delle fede nell’incarnazione, abbracciare la complessità di questa realtà difficile con amore, speranza e azione.

Attraverso la presenza pastorale, l’educazione integrale e la testimonianza di fede, desideriamo contribuire al processo di trasformazione e redenzione nel contesto carcerario.

L’approccio preventivo della nostra spiritualità cerca di affrontare le radici dei problemi e di lavorare per evitare situazioni dannose. Ciò include la promozione di programmi educativi e formativi che contribuiscono alla prevenzione del crimine.

L’accompagnamento globale, invece, affronta i bisogni emotivi, sociali ed educativi per promuovere la piena riabilitazione.

Daniela è una delle donne che sono agenti concreti di riconciliazione e seminatori di pace, portando la luce della speranza anche dietro le sbarre.

Il nostro ministero nelle carceri vuole essere una testimonianza tangibile dell’amore redentivo e trasformante che la fede può offrire in qualsiasi contesto.

Poi c’è l’esperienza di Isabel. Nella provincia di Buenos Aires, in particolare a Ensenada, Isabel si distingue come un’educatrice impegnata che non solo lavora nel dipartimento provinciale dell’educazione, ma guida anche la lotta contro la deforestazione nella sua località con lo slogan «Non un albero di meno a Ensenada». Tuttavia, il suo impegno va oltre la sfera professionale, poiché accompagna in modo anonimo un gruppo di ecologisti, per lo più giovani con un profondo desiderio di incidere sul fronte ambientale, in un percorso pastorale.

Isabel, dunque, fonde la sua spiritualità con un impegno attivo a favore dei giovani e del creato per seminare valori per il futuro. La sua presenza in mezzo ai giovani dice il cuore della spiritualità salesiana. Accompagnare i giovani significa non solo trasmettere conoscenze, ma anche formare il cuore, promuovendo valori come l’amicizia, la gioia e la responsabilità che sono propri anche del nostro carisma. Tutto questo all’interno di un impegno per la casa comune incoraggiando i giovani ad azioni concrete per promuovere la giustizia sociale.

Per noi dunque, accompagnare la pastorale giovanile e la cura del pianeta significa fondere la spiritualità salesiana con un impegno pratico e tangibile. È una chiamata a formare i giovani come agenti di cambiamento, ispirati dalla fede e impegnati a costruire un mondo più giusto e sostenibile. Isabel, con il suo instancabile lavoro, rappresenta un faro di speranza nella lotta per preservare la nostra casa comune.

Sono due esperienze concrete che dicono come cerchiamo di dare concretezza alla nostra identità segnata da umiltà e dedizione svolgendo il nostro lavoro in modo silenzioso ma incisivo.

Nella crisi che stiamo vivendo, in termini professionali, sentiamo l’urgenza di rafforzare i partenariati con le organizzazioni comunitarie, cercare risorse aggiuntive e attuare misure pratiche per sostenere i più bisognosi, con una flessibilità e una creatività incrollabili.

L’incertezza economica porta a una speciale richiesta di guida spirituale e pastorale. Di fronte alle domande teologiche sulla sofferenza, la giustizia e la speranza, le consacrate salesiane vogliono offrire un solido approccio pastorale per incoraggiare le nostre comunità a superare queste sfide. La necessità di gesti di riconciliazione e di perdono diventa essenziale per coltivare la pace, aprendo strade verso un ambiente di dialogo e comprensione.

La tanto agognata pace emerge dall’accettazione della diversità di opinioni ed esperienze e dalla volontà di lavorare insieme verso soluzioni comuni. In questo scenario di incertezza economica, i gesti di riconciliazione e di perdono diventano semi che, innaffiati con compassione e azione, possono sbocciare in una comunità più forte e unita.

di Marién
Membro dell’istituto secolare volontarie di don Bosco