Assegnato anche a due organizzazioni islamiche e a un medico egiziano

Il Premio Zayed 2024
alla suora “madre
delle detenute” del Cile

 Il Premio Zayed 2024 alla suora  “madre delle detenute” del Cile  QUO-027
02 febbraio 2024

La “madre delle detenute” cilene suor Nelly León Correa, le organizzazioni indonesiane di solidarietà “Nahdlatul Ulama” e “Muhammadiyah”, il noto cardiochirurgo egiziano Sir Magdi Yacoub, sono i vincitori del “Premio Zayed per la fratellanza umana 2024”. Lo ha annunciato stamattina, nel corso di una conferenza stampa ad Abu Dhabi, il segretario generale del Premio, il giudice egiziano Mohamed Abdelsalam. I vincitori, che riceveranno ciascuno un premio di un milione di dollari per incrementare le loro attività, sono stati scelti da un comitato indipendente per i loro sforzi nell’affrontare sfide sociali complesse e nel promuovere la coesistenza pacifica e la solidarietà. Riceveranno il Premio il 5 febbraio nel corso di una cerimonia nella capitale degli Emirati Arabi Uniti.

La religiosa conosciuta come “madre Nelly” appartiene alla congregazione del Buon Pastore ed è presidente e cofondatrice di “Mujer Levántate”. Da oltre 25 anni si occupa di donne detenute in Cile, offrendo loro sostegno e formazione durante il periodo di reclusione e aiutandole poi a reintegrarsi nella società. La sua fondazione — si legge nelle motivazioni del Premio — «porta speranza a coloro che sono in carcere e risanamento a coloro che sono appena state rilasciate».

Per suor León Correa la situazione delle donne detenute è «un dramma atroce che la società non è riuscita a vedere o non vuole vedere»; e per questo è grata che il Premio Zayed permetta di rendere visibili le donne private della libertà. In proposito spera che il riconoscimento sia un incentivo per «i cittadini, i politici e gli opinion leader a sentirsi impegnati a contribuire al reinserimento delle donne, alla loro dignità, ai loro sogni, speranze e sfide, lavorando insieme allo Stato cileno».

«Una donna che si recupera è una famiglia che si recupera — ha aggiunto madre Nelly —; possiamo essere una luce, un esempio per altre carceri dell’America latina, dove vivono le più povere tra i poveri. Siamo una fondazione piccola, che si mantiene quasi da sola, ma col Premio potremmo crescere e aiutare più donne, più famiglie e più bambini», ha commentato. “Mujer Levántate” assiste in media 250 donne all’anno attraverso diversi programmi, con un impatto positivo diretto sulle condizioni di vita di 700 bambini. «Il Premio ci permetterà di raddoppiare, addirittura triplicare questo numero, e ciò ci rende enormemente felici», ha dichiarato la vincitrice.

“Nahdlatul Ulama” e “Muhammadiyah”, le maggiori organizzazioni islamiche indonesiane, sono state premiate «per i loro incommensurabili sforzi umanitari e di costruzione della pace». La prima, la più grande del Paese asiatico, ha da poco festeggiato il centenario e promuove l’idea di un islam moderato, in dialogo con le sfide della società di oggi. La seconda è la più antica organizzazione di religione musulmana dell’arcipelago, essendo nata quando esso era ancora sotto il dominio olandese. Attraverso istituzioni educative, ospedali e progetti di riduzione della povertà, entrambe hanno migliorato la vita di tantissimi indonesiani e di popolazioni vulnerabili nel mondo. Il rappresentante della “Muhammadiyah”, Syafiq A. Mughni, ha sottolineato che il Premio Zayed «avrà un forte impatto sul nostro lavoro umanitario, per migliorare il benessere delle persone più svantaggiate. È importante fare rete, collaborare tra associazioni per la dignità umana». Gli ha fatto eco il delegato della “Nahdlatul Ulama”, Ulil Abshar-Abdalla, che ha evidenziato come il Premio sia un riconoscimento «del nostro lavoro in Indonesia, anche nei villaggi più sperduti». Ora esso «ci porterà a essere d’esempio anche in altri Paesi islamici fuori dal Paese. Ci sono ancora molte tensioni e conflitti nel mondo, ma crediamo che in ogni religione e società ci siano tante belle e buone persone, e che queste possano aiutarsi l’una con l’altra per fare ancor più bene a chi ha bisogno».

Sir Magdi Yacoub, cardiochirurgo e docente, è stato premiato per il suo impegno nel salvare le vite dei più bisognosi. Fondatore della “Magdi Yacoub Heart Foundation” in Egitto e dell’organizzazione benefica “Chain of Hope” nel Regno Unito, ha contribuito a salvare migliaia di persone, soprattutto bambini. Ha aperto centri cardiologici in Etiopia e Mozambico e attualmente gestisce un centro a Kigali, in Rwanda. Le sue tecniche chirurgiche pionieristiche hanno rivoluzionato il trapianto di cuore. In collegamento online, il dottore ha commentato che il Premio «servirà per poter assistere molte più persone in Africa e soprattutto formare un maggior numero di giovani medici».

«C’è un grande bisogno di sviluppare i talenti dei giovani africani — ha aggiunto il cardiochirurgo — e di alleviare le sofferenze della popolazione, eliminando le discriminazioni nell’assistenza sanitaria».

Da parte sua il segretario generale del “Premio Zayed”, Mohamed Abdelsalam, ha detto che i premiati «sono un vero esempio dei valori del Documento sulla Fratellanza Umana» poiché agiscono «come fari di speranza nelle loro comunità». Ciascuno dei premiati «ha sostenuto la nobile visione di un mondo più pacifico e faremo in modo che questo riconoscimento contribuisca ad accelerare i loro sforzi nei rispettivi campi». Il Premio è diventato, per il giudice egiziano, un grande “portale” attraverso il quale tutti coloro che si dedicano alla solidarietà umana posso condividere le loro esperienze.

Alla conferenza ha partecipato, come rappresentante della giuria, anche l’ex direttore generale dell’Unesco, la bulgara Irina Bokova, che è membro dell’Alto Comitato per la Fratellanza Umana, istituito per dare diffusione e concretezza al Documento firmato ad Abu Dhabi dal Papa e dal Grande imam di Al Azhar il 4 febbraio 2019. Riferendosi ai premiati ha ricordato che le due organizzazioni indonesiane «rappresentano il meglio dell’islam nell’assistenza sanitaria, educativa e di promozione della pace e della riconciliazione, come meraviglioso esempio di organizzazioni non governative che hanno un enorme impatto nella vita dell’Indonesia». Parlando dell’impegno di suor Nelly, Bokova, che è cristiana ortodossa, ha sottolineato come le donne in prigione siano le più dimenticate in ogni società. «È importante che non perdano il rispetto per se stesse e riescano a reinserirsi nella società, e suor Nelly le aiuta in questo», ha detto.

Tra i membri del comitato del Premio per questo 2024, il cardinale Leonardo Sandri, vicedecano del Collegio cardinalizio e prefetto emerito del Dicastero per le Chiese orientali, interpellato dai media vaticani, ha sottolineato di essere rimasto impressionato dall’alto numero di candidature presentate da tutto il mondo. «Fa ben sperare che ci siano tante persone e associazioni che si impegnano per la promozione della dignità umana — ci ha detto — e quelli che abbiamo scelto operano tutti con l’impulso che arriva loro dalla presenza di Dio nel mondo e nelle persone». A cinque anni dalla firma del Documento sulla Fratellanza Umana, il porporato ha riconosciuto che passi avanti nella fraternità e nel dialogo sono stati fatti, ma sono ancora troppi «i Paesi che cercano nella guerra la soluzione delle tensioni tra loro, con il rischio di portare il mondo verso l’autodistruzione».

di Alessandro Di Bussolo